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18 luglio 2022,
di Maria Rita Nocchi
Moda

Altaroma, glamour e discorsi Franchi

Tessuti per abiti da sera ricavati da bucce e torsoli di mela, occhiali da sole in fibra di fico d’India, vecchi trench rispolverati dagli armadi e riportati in vita con nuove forme e nuovi colori. C’è una ventata di freschezza e tanta attenzione alla sostenibilità e al riciclo dei materiali nelle collezioni di abiti e accessori proposte dai giovani stilisti, italiani e non, che dall’11 al 15 luglio hanno partecipato alla edizione 2022 della 'Roma Fashion Week'. Un evento organizzato da Altaroma, che conferma la 'mission', intrapresa qualche anno fa, di scoprire, formare e far crescere i nuovi talenti della moda.

A pochi giorni dalla sfilata-evento di Valentino che ha stregato il pubblico di piazza di Spagna, si è riacceso un clima di entusiasmo sulla moda a Roma.

"Stiamo lavorando per restituire alla capitale il ruolo che le spetta sul palcoscenico nazionale e internazionale", conferma a MAG Adriano Franchi, direttore di Altaroma.

"Ci stiamo riuscendo - prosegue - grazie all'innovazione digitale, al rinnovato impegno del Comune di Roma dopo anni di assenza, al supporto della Camera di commercio di Roma e di altre istituzioni governative come Maeci e Ice, senza il quale alcuni progetti non sarebbero nati. E soprattutto Altaroma non sarebbe conosciuta a livello internazionale, come è oggi, con ospiti e buyer provenienti da ogni parte del mondo, tra cui Brasile, Kazakistan, Turchia, Grecia, Francia, Spagna e Regno Unito". 

In questa edizione di Altaroma erano 107 i marchi presentati da ragazzi e ragazze che "stanno iniziando la loro carriera con una mentalità nuova, aperta ai trend di sviluppo che ci accompagneranno nei prossimi anni". La moda interpreta e in qualche caso anticipa i cambiamenti sociali, perciò "in passerella si è visto molto gender, molte modelle curvy, molto rispetto della diversità, valori che fanno parte del nostro presente”.

Dietro le quinte - precisa il manager - c'è anche un "lavoro educativo" sui giovani che aspirano a entrare nel Fashion System, svolto attraverso gli accordi di collaborazione tra Altaroma e Lazio Innova. "Gli ultimi corsi svolti prevedevano una formazione sul campo. Abbiamo allestito laboratori attrezzati con le strumentazioni necessarie per lavorare e comunicare, stampanti in 3d, software con sistemi di marketing aggornati, con l'obiettivo di aiutare i ragazzi ad affinare il loro percorso imprenditoriale". 

 

Ma c'è di più. Altaroma sta 'allenando' il proprio vivaio al metaverso e al gaming, realtà sempre più presenti nelle aziende. "Con lazio Innova abbiamo collaborato ad un progetto  per creare team composti da esperti di gaming, brand di giovani e professionalità della moda con l'obiettivo di creare ognuno un gioco il cui contenuto fosse legato alla moda. I ragazzi si sono sfidati in un concorso e i due progetti vincitori sono stati presentati all'Expo di Dubai. "I giochi possono essere un driver di sviluppo - osserva Franchi - tant'è che grandi imprese come Gucci e Prada vi hanno inserito elementi del loro brand per meglio veicolarli". 

Tra gli eventi più attesi della settimana della moda romana c'è stata il 12 luglio la diciottesima edizione di 'Who is on Next?" il progetto di scouting promosso da Altaroma e da Vogue Italia, curato fin dal suo inizio da due personaggi chiave del settore, Sara Sozzani Maino, nipote di Franca Sozzani, la signora della moda italiana, e Simonetta Gianfelici, ex modella e musa dei più grandi stilisti e fotografi.

Dieci stilisti hanno presentato le loro creazioni sulla passerella allestita sotto la statua del Marco Aurelio, nella suggestiva piazza del Campidoglio, e al termine della sfilata la giuria ha decretato i due vincitori ai quali è  andato il premio Franca Sozzani. I vincitori sono Setchu di Satoshi Kuwata (abbigliamento donna), e da Mokoo di Bum-Mo Koo (abbigliamento uomo), ai quali è stato riconosciuto anche un premio in denaro e la visibilità sulla testata Vogue Italia. 

Come sono cambiati negli anni i ragazzi che aspirano a fare moda?  "Rispetto al 2005, quando ho iniziato questa avventura, i mutamenti cui ho assistito sono piuttosto radicali" dichiara a Mag Simonetta Gianfelici. "Basti pensare alla forte influenza dei social, all'utilizzo sempre più diffuso dei mezzi digitali, alla distribuzione attraverso e-commerce, e non ultimo al distanziamento subito durante questi due ultimi anni, la scarsità di risorse e l'incertezza del futuro. Ognuno di questi aspetti ha influenzato rapidamente la creatività. I talenti emergenti non si muovono più seguendo le tendenze e assistiamo ad un maggiore eclettismo. Musica, arte e contaminazioni culturali unite da un maggior senso di responsabilità ambientale.

Insomma, l’unica vera tendenza oggi è combinare etica ed estetica – sintetizza Gianfelici – è sentirsi rappresentati esteticamente e culturalmente da ciò che indossiamo. Significa fare scelte più responsabili verso l’ambiente e verso noi stessi”.

I giovani creativi recepiscono dunque in fretta i temi sociali e ambientali che interessano la nostra epoca.

Riguardo alle scelte dei materiali, vengono utilizzate "molte fibre naturali,  come il cotone, la canapa e anche l'ortica, il legno, il sughero e le tinte naturali"

C'è inoltre una particolare attenzione a ridurre le produzioni attraverso servizi su ordinazione e non stagionali, utilizzo di tessuti deadstock e molto upcycling. Il recupero e la trasformazione di capi esistenti è un processo virtuoso di creatività e artigianato. Reinventare l'esistente significa utilizzare le risorse disponibili, custodire la memoria, e attraverso la creatività inventare un nuovo linguaggio”. 

Altaroma ora guarda al futuro. Nei prossimi mesi diventerà una fondazione con l'obiettivo di attrarre talenti, nuovi investitori e nuovi soci, come hanno spiegato la presidente di Altaroma, Silvia Venturini Fendi, l'assessore allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Università, Ricerca, Start – Up e Innovazione  della regione Lazio, Paolo Orneli, e l'assessore al Turismo, Grandi Eventi, Sport e Moda di Roma Capitale, Alessandro Onorato. Tutti d'accordo nel riconoscere che c'è 'voglia' di Roma nel mondo e che le istituzioni si sono messe al servizio di un patrimonio da rilanciare. Un compito non facile. E' davvero finito il Medioevo della moda a Roma e si affaccia un nuovo Rinascimento? Chissà...

Silvia Fendi: "Nella Capitale c'è fermento creativo ma serve più decoro"

 Si chiude la Roma Fashion Week 2022: con quale bilancio e quali sono le prospettive per il futuro?

"Le nostre prospettive future sono legate al ruolo della città di Roma - risponde a Mag Silvia Venturini Fendi, presidente di Altaroma -  che oggi finalmente può contare sia su un contesto di rafforzata collaborazione istituzionale, in particolare con il rientro attivo di Roma Capitale, mancando la quale, le grandi potenzialità di questa città rischiavano di rimanere compresse. Ma anche su un importante patrimonio che Altaroma ha costruito in questi anni e che adesso non potrà che essere valorizzato".

Altaroma ha la mission di scoprire e lanciare i giovani talenti , quindi è un osservatorio privilegiato per capire le nuove tendenze. Che tipo di moda stanno facendo i giovani? 

"Per vocazione e per naturale inclinazione Altaroma è da oltre dieci anni il trait-d’union e il punto di raccolta di tutti quei marchi giovani, sostenibili, etici e attenti all’innovazione e alla qualità. Un segmento qualche anno fa apparentemente marginale e che oggi rappresenta un fondamentale driver di sviluppo per l’innovazione sostenibile della moda in tutto il mondo, aspetto di cui siamo stati in un certo senso precursori. Questo ha fatto sì che si aprissero nuove strade e nuove visioni creative: ciò che è sostenibile oggi è anche inclusivo, genderless, spesso senza stagionalità, continuativo eppure sempre nuovo, che guarda al futuro, che disegna il futuro prima che accada"

Una delle critiche che vengono mosse è che a Roma arrivano pochi compratori, che cosa si può fare per attirare un numero maggiore di buyer?

"Altaroma in passato promuoveva l’alta moda italiana e romana, era prevalentemente orientata al cliente finale, piuttosto che ai distributori e boutique. Il riposizionamento verso i giovani, con proposte più appetibili per i buyer, ha inizialmente scontato questo cambiamento. Per questo  bisogna fare sistema e fare del potenziale della città di Roma un patrimonio da cui attingere. Alcuni tra i mercati più strategici si sono accorti del fermento creativo che c’è nella Capitale. All’interno degli spazi della fashion week abbiamo riscontrato un grande interesse da parte di buyer e show-room, italiani e internazionali; solo in questa edizione sono stati più di 100 a valutare le collezioni - tra Showcase e le sfilate - tra cui CNTRBND Toronto, Alvear Group USA, Tom Greyhound Paris e Joan Shepp di Philadelphia"

Si è parlato di un nuovo Rinascimento di Roma grazie alla moda, ma alla Capitale non mancano i problemi che ne offuscano l’immagine. Qual è il problema più urgente da affrontare secondo lei?

"Per puntare su un posizionamento di Roma nel panorama degli eventi moda internazionali a beneficio di un miglioramento di immagine e di una crescita nel turismo di qualità è necessario che si lavori su un’accoglienza di livello e un’attenzione al decoro".

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