Joie de vivre, è il tema scelto quest'anno. Il 'Ballo del Doge' compie 30 anni ed è difficile immaginare un'espressione che meglio descriva lo spirito della sua madrina. Antonia Sautter, veneziana doc, imprenditrice, stilista e art director del ballo in maschera più famoso al mondo, è una celebrità a Venezia e non solo.
A ridosso dell'appuntamento, il 18 febbraio, ha un'agenda praticamente impossibile da gestire. "Vivo quasi in apnea, con il fiato sospeso. Il mio staff si compone di 30 persone fisse, ma in questo momento dell'anno siamo in 500 a lavorare alla magia di una sola notte. Facchini, scenotecnici, make-up artists. Solo le vestieriste, cioè coloro che assistono gli ospiti e gli artisti nell'indossare gli abiti, sono 73."
Il 'Ballo del Doge' compie 30 anni ed è difficile immaginare un'espressione che meglio descriva lo spirito della sua madrina: Antonia Sautter, veneziana doc, imprenditrice, stilista e art director del ballo in maschera più famoso al mondo
Il Ballo del Doge, quest’anno si terrà il 18 febbraio alla Scuola Grande della Misericordia, edificio risalente al 1310, è lo scenario della trentesima edizione. Alta sartoria, materiali pregiati e rivisitazione di antiche tecniche sono la formula di un successo che comprende musica, scenografia, spettacolo e alta cucina. Fuori Venezia, con il suo gusto secolare per la moda, l'opulenza, la frivolezza esibita senza pudore. Ovunque, il Carnevale con le sue maschere, l’ambiguità, il mistero, la sospensione delle regole.
“Sono un'artigiana ma anche una direttrice d’orchestra. Sono una fabbricatrice di sogni e un’acchiappa sogni. Tutto merito di mia madre, una fata, la mia compagna di giochi, una donna molto creativa, amava dipingere, tagliare, cucire. Sfogliavamo enciclopedie rilegate in pelle per trovare i personaggi più strani da riprodurre con ago e filo. Da Maria Antonietta a Mata Hari, alla danzatrice di Bali”.
Poi è arrivata la troupe della BBC…
“È una storia che amo raccontare come metafora di vita. Ci sono treni che vanno presi al volo. Una troupe della BBC è capitata per caso nel mio negozietto, circa 30 anni fa. Producevo maschere, pizzi, corsetti. Entrò Terry Jones, storico membro dei Monty Python, attratto dai colorati pezzi di artigianato in vetrina. Doveva realizzare un docu-film per la BBC dedicato alla quarta Crociata, la “crociata dei Veneziani”, per il ruolo protagonista avuto dalla Serenissima. Cercavano contatti, qualcuno che potesse curare l'organizzazione. Io avevo studiato lingue a Ca' Foscari e lavorato negli Usa, parlavo bene l’inglese. Ci ho pensato una notte e li ho pregati di affidarmi il lavoro. Ho creato gli abiti, ho lavorato tantissimo. E tutto è iniziato”.
Federica Pellegrini ha pubblicato le foto delle prove di un elaborato abito avorio e copricapo in piume in vista del prossimo ballo. Qualche altro nome importante tra i suoi ospiti?
"No, non tradisco mai. Il Carnevale è libertà, questo è lo spirito delle maschere. Regalo a chi lo desidera l’anonimato e la totale spensieratezza per una notte. Abbiamo ospiti importanti, dal mondo della politica, dello spettacolo, arrivano da tutti i continenti. Chi partecipa, firma una liberatoria, abbiamo una squadra di fotografi e video operatori interni, non sono consentiti fotografi personali e suggeriamo di lasciare a casa i telefonini. Ma può immaginare che in una produzione artistica come Il Ballo del Doge è impossibile controllare tutto. Ricordo comunque David Bowie, bellissimo, ancora molto giovane, e Vivienne Westwood, regale e luminosa nei panni di Elisabetta I d'Inghilterra. Una donna di straordinaria personalità. Mi dispiace molto sia mancata recentemente."
Il dress code è severissimo. Qualcuno è mai stato bloccato all'ingresso?
"Certo, è capitato. Si tratta di un ballo in maschera, il costume storico è obbligatorio e specificato nell’invito. Non è possibile presentarsi con travestimento ispirato a un manga o ai fumetti, ad esempio. All’atelier abbiamo circa 1500 abiti, tutti realizzati a mano, per chi vuole noleggiarlo da noi. Il momento della prova del costume è esso stesso un evento ed un momento che non si dimentica. Poi, talvolta, alcuni pezzi vengono acquistati e ogni volta è difficile separarmene, ma ne produciamo tanti durante tutto l'anno. Realizzo personalmente gli schizzi con alcuni fedelissimi collaboratori. Ogni pezzo è unico e frutto di molte giornate di lavoro"
L’abito più originale?
“Un personaggio importante, non italiano, ha voluto vestire gli abiti di un Papa. Ma come sa, ogni abito deve essere rivisitato in chiave storica. Abbiamo creato per lui l’abito di un Borgia, un Papa rinascimentale.”
Il complimento più bello che ha ricevuto?
"Quello di un personaggio francese, un uomo importante, era elegantissimo in abiti settecenteschi, accompagnato da una splendida Maria Antonietta. Ci siamo incontrati sul pontile a Pisani Moretta alla fine della serata. Era il momento in cui cala il sipario. Io, esausta, guardavo il Canal Grande mentre albeggiava. Questo signore mi ha detto: “Vous êtes la page qui on a pas envie de tourner”, siete la pagina che non sia ha voglia di girare. Erano gli ultimi ospiti della serata, non volevano tornare a casa e rompere l’incantesimo.”
Come si combina l’esclusività del suo evento, costoso, con il metaverso, i mondi virtuali, idealmente aperti a chiunque?
"Sono pronta al grande passo. Amo la modernità nonostante la proiezione verso il passato, il reame che mi circonda ogni giorno e le fogge antiche dei miei abiti. Certo, la proprietà intellettuale dell'evento deve essere tutelata ma sono aperta a considerare l'ingresso nel virtuale. Certamente sarà un'avventura completamente nuova. Sono sicura che sarebbe divertente."
Un sogno? Lei che ne ha fabbricati tanti...
"Portare il mio ballo in una città incredibile come Dubai, è il mio sogno nel cassetto. Vorrei far conoscere la magia unica, tutta italiana, del Carnevale di Venezia, il più raffinato del mondo. Il Medio Oriente, con i suoi ori, l'opulenza, mi affascina moltissimo. Potrebbe nascere un bellissimo ballo ispirato alle notti di Sherazade."