immagine
16 dicembre 2024,
di Susanna Bonini

L’appetito vien camminando

A cadenza settimanale l’arcivescovo di Lucca, Monsignor Paolo Giulietti, indossa – sopra l’abito sacerdotale – un elegante grembiule blu dell’Ospitale di San Martino e si mette ai fornelli. Con gesti rapidi e sicuri pulisce e taglia verdure, affetta carni e maneggia pentole. Accanto a lui un’aiutante altrettanto esperta prepara i cibi mentre le telecamere seguono il loro lavoro passo a passo. 

 

Un telespettatore distratto che si sintonizzasse casualmente su una rete del circuito cattolico “ConCorallo Tv”, martedì sera (alle 19:20) potrebbe pensare di essere sul canale del Gambero Rosso o di GialloZafferano. Cadrebbe nello stesso errore anche un navigatore su YouTube, colpito dal titolo della trasmissione condotta dal prelato: “Un posto a tavola”.

 

All’antico Ospitale di San Martino – struttura d’accoglienza riaperta due anni fa per i pellegrini di passaggio sulla via Francigena – il posto a tavola non è come molti altri.  Non siamo in una cucina di “4 Ristoranti” e monsignor Giulietti, benché amante della buona tavola, non è uno chef provetto e non è mai stato a Masterchef. Con tanta passione, tuttavia, condivide con i suoi commensali e con i telespettatori l’antico rito dell’accoglienza. Qualcosa che all’Ospitale, a due passi dalla cattedrale di Lucca, è stato tramandato per secoli, dal medioevo.

 

A tavola, infatti, monsignor Giulietti “serve” storia e tradizione, territorio e riscoperta dei suoi prodotti, con sapori semplici e autentici. “Il cibo in genere unisce. La sera in Ospitale, attorno al cibo, si parla, si raccontano le storie, si condividono emozioni ed esperienze”, sottolinea mentre ci spiega da dove ha preso le mosse il programma, su iniziativa di ConCorallo Tv e TVL Pistoia che lo produce. 

 

 

 

Sapendo che sono un appassionato di cucina e di pellegrinaggi mi è stato chiesto di pensare a una trasmissione per i numerosi fedeli che l’anno prossimo si metteranno in cammino verso Roma, sulla via Francigena che attraversa Lucca, oppure su qualsiasi altro sentiero che porta alla Capitale”. Secondo il prelato, infatti, “possiamo tranquillamente prevedere che circa 100mila persone in occasione del Giubileo arriveranno a piedi a Roma, seguendo uno dei tanti cammini che solcano l’Europa e l’Italia”.

 

Il successo dei pellegrinaggi – non solo sui percorsi della fede ma anche sui sentieri panoramici e sulle storiche vie come la Lauretana e la Francigena, anticamente la via Romea – è quotidianamente confermato dai numeri in crescita di escursionisti. Si moltiplicano anche le pubblicazioni dedicate ai pellegrinaggi e al turismo a piedi, osserva il prelato, “basta andare in libreria per rendersene conto!”.

“La cultura dei cammini – continua – ha avuto uno sviluppo pazzesco perché si avverte un bisogno diffuso di cambiamento e di ricerca della spiritualità”. Dal mare alla montagna, dalle pianure alle colline, il desiderio di mettersi in cammino, zaino in spalla, procedendo lentamente verso una meta sta incredibilmente conquistando anche i più giovani. “Nel 2000 (n.d.r. il Giubileo indetto da Giovanni Paolo II per i duemila anni dalla nascita di Gesù) non era così”, sottolinea parlando, per esempio, del boom di escursionisti sui cammini di Santiago che erano stati percorsi solo da 230 persone nel 1979 mentre nel 2023 l’Oficina del Peregrino ne ha contate quasi 450mila.

 

Anche in Italia, con migliaia di chilometri di sentieri mozzafiato che la attraversano da nord a sud, il turismo lento, a piedi, sta vivendo un grande successo. Del resto, è l’unica forma di viaggio che permette di riscoprire piccoli borghi dimenticati e bellezze paesaggistiche incontaminate. Assaporare l’autenticità dei luoghi e riconnettersi con la natura. Monsignor Giulietti ritiene, non da oggi, che i pellegrini e i loro cammini saranno il cuore del prossimo Giubileo. Ma se è vero che tutte le strade portano a Roma, è anche vero che questi emozionanti cammini andrebbero affrontati con consapevolezza. E possibilmente a pancia piena! Per questo, dallo scorso 8 ottobre, Giulietti “prepara” in modo a dir poco originale i suoi fedeli telespettatori all’Anno Giubilare: portando in tavola la conoscenza dei luoghi e dei percorsi, oltre ai piatti della tradizione, meticolosamente cucinati.

“Abbiamo registrato dieci puntate per dieci cammini, ognuno abbinato a un piatto che lo identifica perché legato al territorio che attraversa, a una determinata storia che vi è accaduta oppure a un personaggio famoso che lo ha percorso”, chiarisce il prelato lasciando capire come, in questo contesto, la cucina diventi un pretesto narrativo per immergersi nel viaggio, inteso come esperienza educativa e di crescita della persona. Il format prevede infatti, oltre alle digressioni storiche e culinarie, un mini-documentario sull’ingrediente principale della ricetta che caratterizza il cammino scelto per la puntata.

 

Temi che, al di là dell’aspetto puramente religioso, destano interesse e intercettano facilmente la curiosità del telespettatore ed infatti il programma, nato per i circuiti locali (tra questi anche TelePace, Firenze TV, Telenova, Teletutto) in poco più di un mese, complice anche la ritrasmissione della puntata su YouTube, è riuscito a far parlar di sé i media nazionali. Ma monsignor Giulietti non ne sembra sorpreso: “Un tempo il pellegrinaggio aveva una natura eminentemente devozionale o penitenziale, oggi invece lo si affronta non solo per la fede, ma per abbracciare un cambiamento nel modo di fare e di vivere e prepararsi alla scoperta”.

 

In televisione, l’arcivescovo-chef è aiutato da una volontaria, scelta a seconda del tema della puntata perché conosce bene quel cammino e il piatto tipico regionale del territorio che attraversa. Mentre cucinano insieme le polpette di Sant’Antonio, interloquisce con lei e così scopriamo che questo piatto è tradizionalmente preparato in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, una ricorrenza ancora molto sentita in diversi centri rurali sulla via di Francesco che attraversa Umbria, Toscana e Lazio collegando i luoghi francescani. Le fave in insalata conducono il telespettatore sulla splendida via Amerina, alla scoperta dei borghi più belli dell’Alto Lazio, da Amelia (Orte) fino a La Storta, alle porte di Roma, mentre seguendo la preparazione del ciambellone di Loreto si ripercorre idealmente l’antica via Lauretana, da Cortona a Loreto.

 

Dopo una simpatica digressione sull’origine del piatto che si sta cucinando interviene, in collegamento, l’esperta del cammino lungo il quale lo si potrà gustare. Si finisce con una schermata grafica che riassume gli ingredienti della ricetta prima dello stacco della telecamera sulla tavola dove gli ospiti di monsignor Giulietti, i pellegrini, mangiano allegramente con i “cuochi” quello che è stato appena cucinato. Per loro il pranzo (con un piccolo assaggio di Paradiso) è davvero servito.

 

Seguici su