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16 dicembre 2024,
di Laura Antonini

Al cospetto del Papa

AGI - Come vestirsi davanti a Sua Santità non è mai una questione di moda. Passano i secoli ma l’abbigliamento previsto per le udienze private con il Pontefice resta lo stesso. Certo un tempo e fino agli anni Ottanta il protocollo era tassativo mentre oggi è facoltativo. Questo non vuol dire che non esista una precisa etichetta. Per lei sì a spalle coperte, abiti accollati e lunghi fin sotto le ginocchia. Infine sul capo un velo. Banditi o comunque sconsigliati gli accessori vistosi, e per i gioielli è sufficiente un filo di perle. Anche le borse grandi sono da evitare.

 

Per lui il dress code prevede un frac ma oggi è sufficiente un abito scuro con cravatta adeguata. Ad interpretare alla lettera il cerimoniale Vaticano primeggiano da sempre le first lady americane che senza distinzione di credo politico si sono presentate al cospetto del Pontefice in modo impeccabile e, perché no, omaggiando anche gli stilisti italiani. Da Pat Nixon a Jacqueline Kennedy e da Hillary Clinton a Laura Bush. La riformista Michelle Obama nel luglio del 2009 arrivò da Benedetto XVI in camicia nera con fiocco Moschino completata da cintura e velo di tulle.

 

Perfette nel 2017 anche Melania e Ivanka – moglie e figlia del presidente americano Donald Trump – che in udienza da Papa Francesco fecero parlare di loro per la scelta di abito e scarpe degli italiani Dolce&Gabbana. Un look da qualcuno anche paragonato alla mise che vestì Lady Diana nel 1985 quando fu ricevuta con Carlo da Papa Giovanni Paolo II.

 

A non doversi vestire di nero ma di bianco ci sono invece le regnanti cattoliche. Per loro vige infatti la regola conosciuta come “privilegio del bianco”. Candidi gli abiti di Letizia di Spagna, della regina Mathilde del Belgio o della granduchessa Maria Teresa del Lussemburgo. Sbaglia invece chi come Cherie Blair, moglie del primo ministro inglese Tony Blair, nel 2006 optò per un abito bianco non rientrando nella categoria delle regnanti cattoliche. In tema di colori oltre al bianco sono da evitare il rosso e il viola (che richiama il momento liturgico penitenziale).

 

 

 

Emblematica resta la gaffe di Raissa Gorbaciova che, nel 1989, si presentò accanto al marito Michail Gorbaciov, di rosso vestita davanti a Giovanni Paolo II. Mentre causò quasi un incidente diplomatico la mise in nero di Charlene di Monaco che, in occasione di un’udienza privata da Papa Francesco si presentò in Vaticano anziché in bianco, come avrebbe potuto, con una mise total black con tanto di spalle scoperte.

 

 

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