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24 novembre 2022,
di Laura Antonini
moda

Fuori moda

Anche le migliori storie d’amore finiscono. Dopo sette anni, proprio come capita nei legami sentimentali, è arrivato in una serata d’autunno inoltrato l’addio di Alessandro Michele a Gucci, la maison nata a Firenze nel 1921 dove lo stilista romano ha assunto il timone creativo nel 2015.

"Ci sono momenti in cui le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere – ha detto Alessandro Michele nel suo messaggio di congedo dalla Maison - Oggi per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un'azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa. In questo lungo periodo Gucci è stata la mia casa, la mia famiglia di adozione. A questa famiglia allargata, a tutte le singole persone che l'hanno accudita e sostenuta, va il mio ringraziamento più sentito, il mio abbraccio più grande e commosso. Insieme a loro ho desiderato, sognato, immaginato. Senza di loro niente di tutto quello che ho costruito sarebbe stato possibile. A loro quindi il mio augurio più sincero: che possiate continuare a nutrirvi dei vostri sogni, materia sottile e impalpabile che rende una vita degna di essere vissuta. Che possiate continuare a nutrirvi di immaginari poetici ed inclusivi, rimanendo fedeli ai vostri valori. Che possiate sempre vivere delle vostre passioni, sospinti dal vento della libertà".

Non un giorno a caso quello scelto da Alessandro Michele, sensibile, si sa, all’esoterismo e alla numerologia per il suo congedo. Il 23 novembre, è infatti la giornata in cui si celebra il genio del matematico Fibonacci celebre per aver individuato la sequenza aurea, ovvero la successione di numeri interi positivi in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti. 1123 è quindi un numero magico che precede di due giorni il 25 novembre data in cui lo stilista nato nel 1972 festeggerà i suoi 50 anni.

Ci sono momenti in cui le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere

Cabala a parte, dal 21 gennaio di 7 anni fa ad oggi questo creativo ha indubbiamente segnato un nuovo percorso nella storia di Gucci dove, entrato nel 2002 a Londra ai tempi di Tom Ford, è sempre cresciuto fino ad affiancare nel 2011 l’allora direttore creativo Frida Giannini a cui è poi succeduto. Un creativo eclettico e visionario che ha fatto volare i numeri del brand facendolo diventare la punta di diamante tra i marchi del gruppo di François -Henri Pinault, anche grazie alla sinergia fino ad oggi infallibile instaurata con Marco Bizzarri, Presidente e CEO di Gucci.

Ho avuto la fortuna di incontrare Alessandro alla fine del 2014 – ha detto Bizzarri - Da allora abbiamo avuto il piacere di lavorare fianco a fianco, mentre Gucci tracciava il suo percorso di successo, nel corso di questi ultimi otto anni. Voglio ringraziare Alessandro per il suo impegno ventennale in Gucci e, per la sua visione, dedizione e amore incondizionato per questa Maison unica, negli anni da Direttore Creativo".

Oggi per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un'azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore

Lo stile che Alessandro Michele ha portato nel marchio rappresenta sicuramente un’esperienza unica nello scenario della moda. Una visione fluida, onirica e contaminata nei linguaggi presi a prestito dall'arte come dal cinema, dalla fotografia come dalla letteratura la sua.

Eppur sempre  fedele al patrimonio di codici e citazioni di un marchio che proprio lo scorso anno ha soffiato sui suoi primi 100 anni di storia. Le due G intrecciate ma anche i tessuti d’archivio come il Baiadera, a righe larghe color cardamono ocra o curcuma, usato su valigerie e borse negli anni Cinquanta, e poi i morsetti, le bande verde rosso verde, e tutto l’archivio (a cui Michele ha dato anche una casa bellissima nella storica sede della Maison di via delle Caldaie a Firenze) sono stati contaminati e rigenerati nei capi delle sue collezioni. Abiti ed accessori, gioielli ma anche oggettistica, libri e campagne pubblicitarie da subito divenute iconiche e desiderate da un pubblico trasversale e internazionale di giovanissimi, artisti, uomini e donne. Un universo caleidoscopico dove la divisione tra uomo e donna sulla passerella è stata eliminata come le date delle sfilate, non più stagionali.

Tra le rivoluzioni che hanno condizionato i guardaroba dei  Millennials  come le scelte dei nomi concorrenti della moda negli ultimi sette anni anche l’idea di rendere le sfilate autentiche esperienze e di realizzarle in luoghi d’arte. Nel 2017 era stata la volta delle sale dei Pianeti della Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, nel 2019 i Musei Capitolini a Roma e solo qualche mese fa è andata in scena la sua ‘Cosmogonie” in Puglia a Castel Del Monte una sfilata raccontata dagli ospiti come spettacolare avvenuta anche durante l'eclissi lunare. 

Un patrimonio quello che Alessandro Michela lascia a Gucci a cui ha dato valore anche da François-Henri Pinault che così ha salutato lo stilsita: "La strada che Gucci e Alessandro hanno percorso insieme negli ultimi anni è unica e rimarrà un momento eccezionale nella storia di questa maison. Gli auguro tutto il meglio per il prossimo capitolo del suo viaggio creativo”.

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