Grandi cuscinoni, cisterne artistiche, tanti tubi e una scritta H2o Help. La nuova installazione di Maria Cristina Finucci, artista di fama internazionale, in occasione del Fuorisalone 2023 è, come sempre, spiazzante, intelligente e coinvolgente. Si trova in centro a Milano, vicinissima al 'bosco verticale', in una zona frequentata e condivisa soprattutto dalle nuove generazioni oltre che dal numeroso pubblico di visitatori della Design Week. Ed è in continuità con le sue opere precedenti, con il suo messaggio per sensibilizzare sulle ferite del nostro pianeta. Con l'acqua al centro di tutto.
Ed è proprio a Mag che l'artista ripercorre il suo recente viaggio nelle installazioni dedicate agli oceani, all'invasione della plastica, ai cambiamenti climatici. “Il mio percorso è iniziato più di 10 anni fa quando con l’opera ‘Wasteland’ sono partita dal problema della plastica negli oceani. Mi ero resa conto dell’esistenza di questi grandi agglomerati di plastica, invisibili ai più, che rappresentavano un grosso problema per l’umanità e che bisognava portare all’attenzione delle masse".
Nelle mie installazioni ho così voluto inserire la parola Help: una sorta di grido di aiuto più generale per mettere l’accento sulle ferite della Natura
Da qui la volontà di 'raffigurare' il problema con qualcosa di visibile e tangibile. "Ho cercato allora di dare vita a delle immagini che potessero raccontare il fenomeno in maniera un po’ diversa da quello che già c’era. Per fare ciò, e portare in superficie il problema di questa enorme serie di isole di plastica, la cui superficie totale era di 16 milioni di chilometri quadrati, ho deciso di piantare una bandiera dichiarando l’esistenza di questo Stato e diventandone la presidente. Sono stata all’Unesco, ho firmato l’agenda 20/30 davanti alle autorità italiane e completato una missione all’Onu. Tutte cose ufficiali".
Subito dopo è stato il turno delle installazioni monumentali per diffondere ancor di più l’argomento al grande pubblico, dalla Triennale alle ambasciate. "A un certo punto ho deciso di allargare lo sguardo", spiega. "Sono partita dalla plastica per capire come, causate da un effetto domino, si potessero raccontare anche le altre minacce che oggi colpiscono la Terra". Sì, perché danneggiare gli oceani significa "alimentare i cambiamenti climatici che portano a desertificazione, carestie, malattie, migrazioni e conflitti. Una catena di eventi legati l’uno all’altro. Nelle mie installazioni ho così voluto inserire la parola Help: una sorta di grido di aiuto più generale per mettere l’accento sulle ferite della Natura".
Oggi uno dei temi su cui dobbiamo riflettere di più è la mancanza di acqua dolce, la siccità che sta diventando un problema sempre più pressante e urgente. L'emergenza idrica, per riassumere il tutto in due parole. "C’è un continuo allarme e noi ne vediamo i risultati visibili anche nei nostri territori dove piove sempre meno", ricorda Finucci.
H2O Help, realizzata in collaborazione con Urban Up | Unipol, vuole occuparsi proprio di questo. Anche grazie all'utilizzo di cisterne e serbatoi riempiti d’acqua e sistemati sul prato davanti al palazzo De Castillia 23, uno degli edifici del patrimonio immobiliare del Gruppo Unipol. Le cisterne sono di due tipi: quelle flessibili, nei colori blu e rosso, sono collegate da tubi d’acqua; quelle rigide bianche semitrasparenti fungono da corpi illuminanti grazie alle luci a LED incorporate. La composizione che forma la lettera “O” della formula H2O è rossa, il colore del pericolo.
"Le cisterne sono tutte collegate tra loro da tubi rossi e blu che simboleggiano un po’ le vene e le arterie", racconta a Mag. "Tutti confluiscono in una sorta di cuore collocato dentro una delle lettere, con all’interno una macchina che fa sollevare l’interno e che rappresenta il polmone della nostra Terra. Un polmone avvolto in un telo di plastica che limita la sua respirazione, crea affanno e difficoltà".
Questi cuscinoni tutti legati insieme "rappresentano l’insieme dei corsi d’acqua, fiumi e laghi, del nostro Pianeta che confluiscono nel suo cuore. Siamo tutti collegati e nessuno può rimanere indifferente di fronte ai problemi di un ecosistema di cui facciamo parte.
Di notte, il messaggio viene amplificato, infine, dalla scritta che spicca nel buio sulla facciata di De Castillia 23 che sarà illuminata dal tramonto all’alba e visibile anche da Piazza Gae Aulenti.
In considerazione dell'importanza del messaggio, l'installazione è stata giudicata meritevole del patrocinio di HS4A (Human Security for All), la campagna globale del Fondo della Sicurezza Umana delle Nazioni Unite (UNTFHS) e della World Academy of Art and Science (WAAS) che promuove risposte globali alle sfide complesse che affliggono la sicurezza umana compresa quella del cambiamento climatico.
Anche De Castillia 23 non è un luogo casuale ma forse il posto ideale per dare vita all'opera. Fa parte del patrimonio immobiliare del Gruppo Unipol ed è il frutto di una riqualificazione che ha riportato in vita un vecchio edificio rimasto per anni incompiuto e abbandonato, riconsegnando alla città di Milano un luogo all’altezza dell’innovazione e della contemporaneità che caratterizza il contesto circostante. Il progetto dell’edificio, non è un caso, è stato insignito del “Bim&Digital Award 2018” - Edifici Commerciali, terziario e di grande dimensione e del “CTBUH - Tall Building – Award of Excellence 2022”.