Nel 2025 Elio Fiorucci avrebbe compiuto 90 anni e chissà cosa avrebbe pensato di come sta andando il mondo della moda questo designer eclettico e fuori dagli schemi scomparso 10 anni fa. Alla sua figura Triennale Milano dedica dal 6 novembre al 16 marzo 2025 una mostra biografica a cura di Judith Clark con progetto di allestimento di Fabio Cherstich, che per la prima volta ne restituisce le diverse dimensioni. Cool hunter e imprenditore piaceva a Andy Warhol, Keith Haring e Madonna. Il suo marchio, a partire dagli anni Sessanta, ha rivoluzionato il costume, la moda e la scena dell’arte contemporanea in Italia.
I suoi concept store sono stati rivoluzionari tra la fine degli anni Settanta e l’inizio dei Novanta perché Fiorucci proponeva, per la prima volta, al pubblico un mix eclettico di abbigliamento, dischi, pubblicazioni e oggetti inediti provenienti da tutto il mondo.
La retrospettiva è divisa in percorsi che dalla sfera più personale che lo racconta anche grazie alcune inedite registrazioni della sua stessa voce si snoda con opere e materiali del suo lavoro meno conosciuto fino alle scenografiche installazioni realizzate che coinvolgono lo spettatore nel mondo immaginifico di Fiorucci. Dalle salopette in jeans alle calze a righe dalle borse in pvc magari stampate con figure del mondo dei fumetti ad accessori sfiziosi come bretelle, e manette in pelouche e come non ricordare i due angioletti adagiati sulla nuvola? Il suo era un mondo pop quanto profondo che già sapeva andare oltre agli stereotipi senza mai essere volgare.
“Abbiamo voluto riempire, proprio qui, dove il fenomeno Fiorucci è nato ed esploso, il vuoto di una formidabile amnesia – ha detto Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano - Milano, grazie a Fiorucci, è stata infatti per almeno due decenni uno dei magneti delle idee più avanzate della cultura giovanile internazionale e la culla delle contaminazioni più fertili e audaci non solo tra moda, design, arte visiva e pubblicità, ma anche tra cultura e commercio. Invadendo di colori e forme la Milano cupa degli anni Settanta e poi esportando la sua cometa cromatica nel mondo, Elio Fiorucci ha dato alla sua città il regalo di un primato nella creatività internazionale.”