Martina Gatti è una storica dell’arte, docente presso l’Università di Roma Tor Vergata e consulente per tour operator e società internazionali. Guida turistica autorizzata, dopo diverse collaborazioni in ambito culturale e dieci anni di attività come operatore didattico dei Musei Vaticani, nel 2019 ha fondato My Italian Guide, una destination management company specializzata in viaggi d’arte ed esperienze culturali, con un dipartimento interamente dedicato alla consulenza turistica, alla pianificazione di itinerari e percorsi esclusivi.
Grazie all’esperienza maturata nel settore associativo (dal 2008 presidente fondatore dell’Associazione Culturale Sinopie) Martina ha voluto costruire un team di guide e professionisti d’eccellenza per collaborare in ambito internazionale all’ideazione e sviluppo di nuovi itinerari turistici e culturali in Italia, con importanti collaborazioni nel settore del MICE e grandi eventi.
Le abbiamo chiesto di farci un quadro, dal punto di vista economico, sociale e culturale, dell’impatto che il turismo avrà sul Paese nell’Anno Santo, e di suggerirci un suggestivo itinerario al di fuori dei percorsi più consueti.
Oltre ad essere una delle più importanti ricorrenze per la comunità cristiana, il Giubileo ha un impatto enorme sulla riqualificazione urbanistica della città di Roma, con ricadute esponenziali nel settore turistico. Secondo una recente ricerca promossa dall’Osservatorio sull’Economia del Turismo, il Giubileo 2025 porterà 35 milioni di arrivi, 105 milioni di presenze e una spesa di quasi 17 miliardi di euro solo a Roma. Il Comune di Roma prevede un considerevole giro d’affari, compreso tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro. Ma i benefici in termini economici e di flussi si estenderanno al resto d’Italia, in particolare alle regioni di prossimità e verso le città ben collegate come Napoli e Firenze. Già nel 2023, Roma è risultata la prima città europea per crescita turistica, risultato consolidato nel primo semestre 2024 e in fase di riconferma.
Lo certifica il dossier della 20a edizione del City Travel Report, realizzata dalla City Destinations Alliance, la più importante associazione di riferimento delle principali Dmo (Destination Management Organization) europee. Questo primato però non è sempre sinonimo di qualità, perché dopo i grandi numeri del 2023 questo 2024 è stato molto difficile per residenti e viaggiatori, a causa della forte pressione antropica dei turisti, dei grandi flussi nei musei e dei numerosi cantieri, con relative problematiche di traffico e mobilità.
A tal proposito merita attenzione il progetto Caput Mundi, uno degli investimenti più importanti del PNRR per la Capitale, che attraverso l’implementazione di 335 progetti (di cui 283 in siti archeologici e culturali) prevede la creazione di nuovi percorsi turistici con lo scopo di diffondere la conoscenza della Roma pagana e della Roma cristiana, anche in previsione del prossimo Giubileo 2025.
L’obiettivo dell’investimento è quello di creare offerte alternative ai percorsi tradizionali, con la finalità di bilanciare la presenza turistica anche fuori dal centro storico, aumentando significativamente il numero di siti fruibili, formando personale qualificato e potenziando le aree verdi per promuovere un turismo sostenibile.
Questo progetto virtuoso, che si pone come uno degli strumenti per combattere il fenomeno dell’iperturismo, si scontra quotidianamente con il sovraffollamento di tutti i grandi attrattori, che nonostante le alternative proposte rimangono sempre al centro dell’immaginario comune e in vetta alle richieste che gli operatori quotidianamente ricevono. L’offerta per questo tipo di domanda è sempre più complessa, e credo possa essere identificata in un errore di comunicazione globale, conseguenza di un’eccessiva digitalizzazione dell’offerta turistica. Sempre più spesso si abusa della parola “esperienza”, contribuendo così a svalutare molte proposte culturali a favore di attività costruite per un turismo frugale. Si continua a parlare di turismo esperienziale, di sostenibilità, ma nelle grandi piattaforme questo modello viene sempre più spesso associato ad espressioni come “skip the line”, “express”, “the best of”, riducendo luoghi e contenuti in un bignami “instagrammabile” per ottimizzare tempi e per generare profitto.
Questa tipologia di offerta sta invadendo le principali piattaforme di vendita digitale, non valorizzando quei luoghi meno noti al grande pubblico (ma proprio per questo ancora integri nella loro dimensione culturale millenaria) dove vivono opere di inestimabile bellezza. Instagram e TikTok hanno veicolato contenuti fotografici interessanti, che sono diventati purtroppo l’ossessione di molti visitatori che sempre più spesso scattano selfie o video in location di cui non riescono a percepire il valore. Le grandi piattaforme cercano nuovi percorsi, ma la mancanza di contenuti culturali spesso (o per fortuna) li rende poco “vendibili”.
Superare queste criticità richiede di restituire il giusto valore storico artistico a quei luoghi che ormai ne vengono privati, e riportare al centro il benessere del visitatore, in particolare del pellegrino che si appresta a visitare Roma o semplicemente a viverla da residente nel prossimo Giubileo 2025. Va in questa direzione la scelta che abbiamo fatto di arricchire la nostra offerta culturale con una serie di itinerari dedicati a quei luoghi dello spirito che ancora oggi uniscono la bellezza dell’arte e la forza stupefacente della storia, e dove si respira il silenzio della fede.
Monasteri, Chiese, Oratori ed Eremi, che saranno al centro delle nostre progettualità nel 2025. A tal proposito vorrei citare le chiese e i monasteri che si trovano sulla collina del Celio, luogo evocativo della trasformazione di Roma tra la fine dell’Impero romano d’Occidente e la nascita del Cristianesimo. Alle spalle del Colosseo, in uno dei sette colli di Roma, si può scoprire un angolo di città che vive da secoli in silenzio, dove antiche comunità religiose ancora presenti hanno trasformato antiche domus, ospedali e mitrei in chiese e luoghi di preghiera.
La presenza di una sorgente d’acqua (ancora visibile nei sotterranei di San Clemente), l’abbondanza di marmi antichi e la posizione privilegiata hanno contribuito all’edificazione di splendidi monasteri e chiese di straordinaria bellezza. Si tratta di un itinerario rivolto a tutti coloro che desiderano visitare la città di Roma in modo meno frettoloso, o magari più selettivo, dando valore a luoghi meno noti al grande pubblico; non dimentichiamo anche i romani, che dovrebbero riprendere la loro centralità nell’offerta culturale cittadina, subendo meno la forte pressione turistica in favore di iniziative a loro dedicate, anche per coinvolgerli nel processo di tutela del patrimonio culturale urbano. Il tema, opportunamente declinato, può essere anche di interesse nel settore corporate, per offrire una prospettiva diversa nell’esperienza culturale.
L’itinerario, che ripercorre alcuni dei luoghi di fede più importanti di Roma a partire dall’età tardo antica, ha inizio dalla Chiesa Paleocristiana di Santo Stefano Rotondo, la più antica chiesa a pianta circolare presente in città; costruita nel V sec d.C. si caratterizza per l’insolita e quanto mai coinvolgente pianta centrale e dall’ancor più inusuale ciclo di affreschi del martirologio, che come un libro dipinto rievoca la memoria di alcuni dei più importanti martiri della Chiesa cattolica. Salendo poi sulla collina del Celio il percorso prosegue all’interno del monastero altomedievale dei SS. Quattro Coronati, dove ancora oggi grazie alle monache agostiniane viene preservato il silenzio della clausura e il fascino della storia; grazie alla loro presenza è possibile visitare la splendida cappella di San Silvestro con affreschi del XIII secolo e l’antico chiostro ancora in funzione. Scendendo nuovamente a valle in direzione del Colosseo non si può perdere l’occasione di entrare all’interno della millenaria Basilica di San Clemente, che con i suoi tre livelli (di cui due sotterranei) ci permette di toccare con mano le stratificazioni millenarie di questa città: dal mitreo al battistero paleocristiano, dalla zecca imperiale alle primissime attestazioni della nascente lingua italiana.
Del resto citando Sigmund Freud «supponiamo che Roma non sia un luogo in cui vivono le persone, ma un’entità psichica con un passato altrettanto lungo e ricco» e immaginiamo questa città come il risultato di una stratificazione millenaria, paragonabile proprio a quella della mente umana, dove convivono tra simbiosi e complessità passato e presente.
Siamo nel XVIII secolo quando Goethe esprime questo pensiero su Roma, ma le sue parole sono ancora oggi più che attuali. Paganesimo e cristianesimo, caos e silenzio. Quanta lungimiranza in questi versi, che sento rivivere nei luoghi dello spirito. Credo che Roma sia la città che più di altre rappresenti il concetto di meraviglia. Lo stupore, l’emozione di scoprire sempre qualcosa di nuovo, è una di quelle sensazioni che a Roma si provano spesso, anche se travolti dalle mille difficoltà del quotidiano. Una città che non smette mai di sorprendere, che dietro al caos e alle tensioni sa regalare momenti di felicità e luoghi poetici. Lavorando da tanti anni nell’arte e a stretto contatto con la bellezza, ho imparato che il bello non solo è soggettivo, ma richiede talvolta impegno e attenzione, per manifestarsi e regalare piacevoli sorprese. Si nasconde dietro a una facciata, in un angolo di storia, in un tempio divenuto chiesa o in un momento di silenzio. Questi sono per me i luoghi dello spirito, dove l’arte diventa emozione.