Vale 288 miliardi di euro, ossia circa il 60% del totale, l'export di quattro settori del made in Italy: abbigliamento e moda, alimentari e bevande, arredo casa e automazione-meccanica. È quanto si evince dall'ultimo rapporto Censis.
La punta di eccellenza è rappresentata dai materiali da costruzione in terracotta italiani, soprattuto dai distretti di Sassuolo e Scandiano, Imola e Faenza, Impruneta, Vietri, che coprono oltre il 24% di tutto l'export mondiale del prodotto.
I prodotti in pelle, che comprendono le scarpe e gli accessori dell'alta moda, e le bevande rappresentano circa il 10% di tutto l'export mondiale nei rispettivi settori.
Rispetto al 2019, sono i prodotti farmaceutici e chimici a registrare un aumento consistente nelle esportazioni in molte regioni italiane, dove sono sensibilmente cresciute anche le esportazioni dei prodotti in metallo, di mezzi di trasporto e dei prodotti chimici, in particolare in Liguria, Lazio, Sardegna e Friuli Venezia Giulia.
Secondo il Censis, nel 2021 l'export di merci vale 516 miliardi di euro. Se si agigunge il valore delle esportazioni di servizi, circa 87 miliardi, il totale supera i 600 miliardi, corrispondenti al 33,8% del Pil. Per quest'anno si attende un aumento delle esportazioni per 70 miliardi di euro, 53 miliardi per la sola componente dei beni scambiati.
L'Italia soprattutto nella componente manifatturiera, risulta ampiamente inserita all'interno delle supply chain globali, grazie al livello di qualità di prodotti e semilavorati esportati e utilizzati in settori produttivi come la meccanica, i sistemi di trasporto, la chimica, l'elettronica e contribuendo direttamente al valore aggiunto delle esportazioni di Paesi come la Germania, la Francia e anche il Regno Unito e gli Stati Uniti.