Milano è più che pronta. Scalpita e palpita di bellezza. Un esercito di modelle poliglotte e filiformi da giorni gira per le strade del centro, in attesa del grande giorno: la partenza della Fashion Week Women’s Collection Primavera/Estate, che da mercoledì fino al 26 settembre vedrà un calendario fittissimo di defilè e appuntamenti per gli addetti ai lavori e non solo. E finalmente si torna davvero alle sfilate in presenza, alcune – e questa è davvero una novità assoluta - aperte al pubblico, facendo comunque tesoro dell’esperienza digitale, che qualche stilista conferma anche in questa edizione.
Milano è più che pronta. Scalpita e palpita di bellezza
Per capirci su 68 sfilate, solo 7 saranno ‘virtuali’, per un totale di 210 appuntamenti. Una rivoluzione se si pensa che l’anno scorso, proprio in questo periodo, in cui comunque la pandemia spaventava meno, i numeri erano più che dimezzati: a settembre 2021 su 65 sfilate, solo 43 erano con il pubblico e 22 digitali.
Adesso la moda ‘si vede e si tocca’, si fa per dire, e per i buyers questo è fondamentale. Un ‘live streaming’ può aiutare chi è dall’altro capo del mondo, come i cinesi ancora confinati dal Covid, ma non può sostituire l’esperienza di assistere dal vivo a una sfilata in passerella. New York e subito dopo Londra, con le loro ‘settimane’, hanno dato il segnale di inizio, mostrato il bello, le tendenze con le tinte pastello, il giallo e il pesca soprattutto, che coloreranno la prossima primavera.
Da noi, vedremo cosa offrirà la fantasia degli stilisti. Nell’aria c’è ottimismo ed entusiasmo. Anche perché i numeri del Sistema moda sono buoni, molto buoni. Come ha spiegato il presidente della Cnmi, Camera nazionale della moda italiana, Carlo Capasa nel 2022 si è avuto il fatturato più alto degli ultimi 20 anni, con una crescita nel primo semestre del 25%. Quello che accadrà in futuro si vedrà, con le bollette che lievitano.
Nel 2022 si è avuto il fatturato più alto degli ultimi 20 anni, con una crescita nel primo semestre del 25%
Per adesso, anche per Milano questa Week “è una boccata di ossigeno” con gli alberghi pieni, fino alla periferia, di addetti ai lavori e non solo. Come dicevamo, i fashion addicted stavolta, eccezionalmente, potranno vivere l’esperienza di una sfilata di moda. E’ il caso dell’evento organizzato da Diesel, il 21 settembre all'Allianz Cloud Arena, aperto al pubblico, anzi ai fortunati che sono riusciti a registrarsi on line. Ingressi sold out in un’ora e mezza con 2 mila prenotazioni. In scena, la nuova collezione del brand firmata dal direttore creativo Glenn Martens.
Lo stesso per la sfilata di Anteprima, che si svolgerà nell'Arena Civica all'interno di Parco Sempione, a celebrazione dei 30 anni del brand: una passerella “a impatto zero sul verde” sarà visibile al pubblico. Anche Philosophy di Lorenzo Serafini apre il suo show ai follower, mettendo in palio dei biglietti per l’evento. E sempre in quest’ottica di ‘inclusione’ Maison Valentino, insieme a Cnmi, ospiterà sul suo canale Instagram, il live della sfilata di Act n 1, beneficiario del Grant del Camera Moda Fashion Trust.
Tra défilé aperti al pubblico, debutti, e anniversari ci sono poi da segnalare i ritorni eccellenti: Salvatore Ferragamo (con il nuovo direttore creativo Maximilian Davis), Boss, Antonio Marras, Vivetta, e Moncler, che festeggerà il 70° anniversario con una sfilata evento in piazza Duomo il 24. In passerella il debutto di Bally, del progetto Stella Jean/WAMI e di Matty Bovan, stilista inglese supportato da Dolce&Gabbana.
Curiosità e attesa anche per la prima collezione di Marco De Vincenzo, direttore creativo di Etro. E per Tod’s che si arricchisce di un evento al museo Pac di via Palestro con la mostra “Aria d’Italia”. Non potevano mancare Prada, Gucci, Cavalli e il tradizionale doppio appuntamento di Armani (il 22 con Emporio e il 25 settembre con la linea Giorgio Armani).
Tra gli eventi collaterali, bella e imperdibile la mostra di Richard Avedon a Palazzo Reale “Relationship”, tributo a uno dei maestri della fotografia del Novecento che ne ripercorre gli oltre sessant’anni di carriera attraverso 106 immagini. Indimenticabile lo scatto del ’91, di Nastassja Kinski, distesa con un serpente. Non a caso immagine scelta come simbolo della mostra. Sensualità e genio, arte e moda.