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5 dicembre 2024,

I grandi restauri della basilica di Santa Maria del Popolo

Dopo due anni di incessanti lavori, la Basilica di Santa Maria del Popolo, uno degli edifici religiosi più rappresentativi del Rinascimento e del Barocco romano, torna a splendere.  I restauri sono il frutto della proficua collaborazione tra la Soprintendenza Speciale di Roma - Ministero della Cultura, il Fondo Edifici di Culto - ministero dell’Interno - che è proprietario della chiesa - e due importanti sponsor privati. I lavori, iniziati nel 2022 e terminati a novembre 2024, hanno interessato le superfici architettoniche, i dipinti e le sculture che decorano la navata centrale e il transetto della chiesa agostiniana, costruita nel Quattrocento per volontà di Sisto IV su una precedente cappella edificata sotto papa Pasquale II a spese del popolo romano, da cui deriva il nome della basilica.

 

Nel corso dei secoli, Santa Maria del Popolo fu arricchita e modificata per mano di grandi architetti e artisti come Bramante, Raffaello, Caravaggio e Bernini, dando origine a uno dei più importanti esempi della commistione tra arte e architettura rinascimentale e barocca. Gli interventi – finanziati dal Fondo Edifici di Culto e dalle sponsorizzazioni tecniche di Urban Vision S.p.A. e Mecenati Roman Heritage - sono stati condotti dalla Soprintendenza Speciale di Roma, e curati dai funzionari Carlo Festa, restauratore, Alessandra Lanzoni, storico dell’arte, e Alessandro Mascherucci, architetto. Una collaborazione tra pubblico e privato che ha restituito una delle chiese più importanti della Capitale ai suoi cittadini, ai visitatori di tutto il mondo e ai pellegrini del prossimo Giubileo. 

Come appare ora

La prima tranche di lavori, finanziata dal FEC, ha riguardato l'arcone in oro e stucchi dell’altare centrale, le cantorie e l’organo berniniani, e un raro, importante esempio di pavimento in cotto bicromo dell’inizio del XVII secolo nella Cappella Cerasi, disegnata da Carlo Maderno e nota per i capolavori di Caravaggio: la Crocifissione di san Pietro e la Conversione di san Paolo. Nella navata sinistra, l’intervento ha interessato il monumento funebre di Flaminia Odescalchi Chigi, opera settecentesca dell’architetto Paolo Posi e canto del cigno del tardo barocco romano.

 

A fianco della tomba, si apre la celebre Cappella Chigi, opera architettonica di Raffaello, di cui è stata restaurata la corona bronzea di Bernini, erroneamente creduta nel passato una lanterna. Estese parti dell’edificio sono state oggetto del finanziamento di Urban Vision S.p.A: i lavori hanno interessato la navata centrale, con le volte, le lunette e gli apparati decorativi in stucco, realizzati da artisti vicini al Bernini e raffiguranti sante agostiniane e lo stemma Alessandro VII, promotore del rinnovamento barocco della basilica.

 

Sulle volte a crociera e sotto gli archi della navata centrale è stata ripristinata l’originaria policromia degli stemmi di Sisto IV della Rovere. I quattrocenteschi pilastri in travertino, e i relativi capitelli rivestiti in stucco, sono stati oggetto di restauro, così come le volte e i catini absidali del transetto. All’esterno, gli interventi hanno riguardato le coperture, con la verifica del tamburo della cupola.

 

Al Bernini è riconducibile il disegno dei due altari marmorei che chiudono il transetto, restaurati completamente grazie al contributo di Mecenati Roman Heritage, a partire dalle quattro statue degli angeli reggi cornice scolpiti da allievi del Bernini, interessate da operazioni di pulitura e consolidamento, compresa l’integrazione di alcune parti marmoree danneggiate o mancanti. Anche le due pale d’altare di Bernardino Mei e Giovanni Maria Morandi sono state oggetto di interventi conservativi, riservando una scoperta: quella a sinistra, “La Sacra Famiglia”, durante le fasi di pulitura ha rivelato la firma del pittore “B. MEI SENEN. F. 1659”. L’intervento è stato completato dalle porte gemine che fiancheggiano simmetricamente i due altari, dove è riemerso l’originario trompe l’oeil.

 

"La basilica di Santa Maria del Popolo - ha dichiarato il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi - oltre a essere un luogo di culto di grande importanza, è custode del genio creativo di maestri come Pinturicchio, Raffaello, Caravaggio e Bernini, i cui capolavori hanno contribuito a definire il volto della nostra civiltà. La conclusione di questi complessi e importanti lavori restituisce il ruolo cruciale che il Fondo Edifici di Culto svolge nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio storico e artistico del nostro Paese. Il FEC rappresenta una delle più alte testimonianze del nostro impegno per la tutela di ciò che il passato ci ha consegnato e che il presente ha il dovere di preservare. Il mio auspicio è che questa basilica, con la sua storia e la sua ritrovata bellezza, possa essere non solo un luogo di preghiera e contemplazione, ma anche un simbolo della nostra capacità di custodire ciò che abbiamo di più prezioso". 

 

Il progetto "che ha interessato lo splendido restauro di Santa Maria del Popolo da una parte è frutto della virtuosa collaborazione tra pubblico e privato, dall’altro offre materia di dibattito sul prezioso ruolo delle Soprintendenze", ha spiegato il ministro della Cultura Alessandro Giuli. "Sono proprio le Soprintendenze il punto di incontro diretto con le amministrazioni locali e la cittadinanza, per esercitare la tutela, conservare e trasmettere alle generazioni future i valori del patrimonio culturale italiano". 

 

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