Da sport d’élite a disciplina aperta a tutti. È questa la metamorfosi che il gioco del golf celebra in questi giorni nella splendida cornice del Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio, a Roma, di proprietà della famiglia Biagiotti, dove è in corso l’80°Open d’Italia, che si concluderà domenica 7 maggio. Entrare al Marco Simone in questi giorni è piacevole: prati verdi, allegria e bambini che giocano. Il tempo aiuta: splende il sole, dopo giornate di pioggia. Tanti gli appassionati presenti, anche ampi gruppi ragazzi e ragazze giovanissimi, e un’organizzazione davvero impeccabile.
La sensazione, passeggiando per il circolo, è di grande serenità. Il messaggio è chiaro: un evento aperto a tutti, proprio per avvicinare le persone comuni a questo sport erroneamente considerato un gioco per ricchi, ma che in realtà non costa più del tennis o dello sci e che si può praticare davvero a ogni età. Un mood diverso da quello che spesso si avverte calcando i campi di calcio, basket o rugby dove c'è competizione anche tra tifoserie avversarie. L’atmosfera è più simile a quella che si respira sui campi da tennis.
E come è accaduto in passato per il tennis l’obiettivo è quello di trasformare una passione di nicchia in competizione capace di coinvolgere e affascinare il grande pubblico. E l’80°Open Italia ha le carte in regola per preparare la strada verso questo traguardo: sui campi del Marco Simone si stanno sfidando 156 tra i migliori giocatori internazionali di golf provenienti da 31 nazioni.
Un evento importante che serve a scaldare al meglio i motori in vista dell’evento clou in programma al Marco Simone tra il 29 settembre e il primo ottobre: la Ryder Cup 2023, ovvero la più prestigiosa competizione internazionale di golf e la terza manifestazione sportiva più importante al mondo dopo le Olimpiadi e i Mondiali di calcio. Sarà la prima edizione in Italia dopo quelle in Inghilterra, Scozia, Spagna, Irlanda, Galles e Francia.
Il poter ospitare la sfida tra i team di Europa e Usa rappresenta per il golf italiano un successo di portata storica, che ne ha decretato l’ingresso dalla porta principale nell’élite mondiale di questo sport, ma anche una straordinaria opportunità per la ricaduta e l’impatto che la manifestazione lascerà in eredità al territorio, con un indotto economico stimato tra i 500 milioni e il miliardo di euro.
E certo ha un senso che tutto questo accada alle porte di Roma: proprio nella Capitale è stato battezzato nel lontano 1903 il primo circolo golfistico italiano. In attesa della Ryder Cup, però, gli organizzatori incrociano le dita: "Intanto l’Open Italia sta andando bene, ma aspettiamo la fine dell’ultima manifestazione per dire che siamo pienamente soddisfatti: al momento siamo moderatamente soddisfatti", spiega a Mag Gian Paolo Montali, direttore generale Ryder Cup 2023.
Aver ottenuto l'opportunità di ospitare questo evento è una vittoria per il nostro Paese che ha superato competitors dalla grande tradizione golfistica come Germania, Spagna e Austria, per non parlare di Danimarca e Turchia che hanno deciso dopo qualche tempo di ritirare la candidatura. I numeri dicono che l’appuntamento sarà seguitissimo: i biglietti sono andati esauriti in 36 ore. Questo dimostra che questa disciplina si sta effettivamente allargando ad altre fasce di popolazione, come confermano anche i dati aggiornati dei tesserati FIG: oltre 94.046 al dicembre 2022, dei quali 9.431 sono juniores, afferenti a 368 circoli.
"Far crescere ancora questi numeri è il vero obiettivo della Ryder Cup - commenta Montali -. Vogliamo far crescere il golf nel nostro Paese e avvicinarlo alla gente, a cominciare dai giovani. Per questo cinque anni fa sono stati avviati tati progetti: il golf nelle scuole, gli eventi dal nord al sud del Paese portando in giro i colori della Ryder Cup, il progetto golf e donne, quelli sull’inclusione sociale e quelli sull’autismo". In primo piano l’indotto economico-finanziario ("il turismo golfistico è uno degli obiettivi del nostro progetto") - ma anche gli interventi strutturali sulla viabilità nella zona circostante: il raddoppio della Palombarese, le rotatorie, un ponte che serviranno a facilitare l’accesso agli oltre 300mila appassionati attesi per la manifestazione globale per poi trasformarsi in un vantaggio permanente per chi abita nelle zone circostanti il campo da gioco.
"Gli eventi come questo devono cambiare la qualità della vita delle persone sul territorio. Un milione di persone che prima ci mettevano un’ora a tornare a casa da Roma ora lo faranno in in 20 minuti", conclude Montali. "Gli Open Italia stanno andando molto bene e la cartina tornasole è il pubblico straniero che accede al Marco Simone: il feedback è molto positivo", commenta Niccolò Mornati, Director Summer Sports e Business Development Infront Italy, che con la Federazione Italiana Golf ha siglato un accordo per la gestione degli eventi e condivide l’entusiasmo e la vision di Montali.
"Queste manifestazioni rappresentano un aggregatore di contenuti e di valori per tutti i soggetti che vi partecipano: i giocatori, il pubblico e anche la nostra azienda - spiega - Per questo l’obiettivo di Infront per la Rider Cup non è meramente commerciale: vogliamo avvicinare la gente a questo bellissimo sport e far conoscere all’Italia i valori che il golf può trasmettere". Sport “per tutti” ma anche “per tutte”. Conferma indiretta dell’importanza che le quote rosa stanno acquisendo sui green di tutta Italia anche il fatto che proprio una donna - Marta Maestroni - sia stata nominata Segretario Generale della Federazione Italiana Golf.
"Il golf femminile sta crescendo sempre di più, sia in America sia in Europa", racconta a Mag Alessandra Fanali, golfista professionista e da molti anni in maglia azzurra nonostante la giovane età di 23 anni. Lei è una a cui il golf ha cambiato la vita. È proprio grazie allo sport che da Fiuggi, dove è nata, è potuta partire per gli Stati Uniti dove si è laureata in Sports Business all’Arizona State University: "È una delle esperienze che io consiglierei e rifarei al 100%", dice. "Gli Open stanno andando molto bene - aggiunge - . Nella Nazionale c’è sempre stato un bel gruppo di ragazze capaci di giocare molto bene, infatti la nostra Nazionale è conosciuta come una delle più forti. Ora abbiamo solo bisogno di farci conoscere da sempre più ragazze. Sono certa che non potremo che crescere".