Air Force 1, Air Jordan, Converse. Se ne vedono ai piedi di chiunque. Ma cosa rende un prodotto di massa, un'icona del consumismo, un oggetto esclusivo? Gli esperti del settore confermano che è boom di cimeli sportivi e sneakers da collezione, soprattutto se indossate da celebrità dello sport o in occasione di eventi storici. Un mercato globale multimiliardario, destinato a crescere in modo esponenziale nel prossimo decennio, maturato soprattutto con la pandemia e che ha conquistato in particolare i Millennials. Un fenomeno che ha addirittura generato anche una vera e propria classe di consumatori consapevoli e appassionati, una community di amatori: quella degli "sneakerhead".
E' boom di cimeli sportivi e sneakers da collezione, soprattutto se indossate da celebrità dello sport o in occasione di eventi storici
Seguendo un trend in ascesa verticale, le più grandi case d’asta si stanno attrezzando per cavalcare l’onda. Solo pochi mesi fa Christie's ha lanciato un nuovo dipartimento (Department X) per capitalizzare un nuovo segmento di mercato tra I più promettenti. Al pari degli uffici dedicati all’arte rinascimentale o merderna&contemporanea, il dipartimento terrà aste online, con anteprime dal vivo a New York e vendite private durante tutto l'anno. Anche Heritage Auctions, la casa texana con headquarter a Dallas, annoverata tra le prime cinque al mondo, ha dichiarato l’intenzione di investire nuove risorse nel settore.
Intanto, proprio in questi giorni Sotheby's annuncia di essere la prima casa d'aste a esporre sneakers in Medio Oriente, a Dubai per la precisione, con una proposta imperdibile per un pubblico sempre più sensibile anche nel Golfo, la Dynasty Collection, con le scarpe che Michael Jordan ha indossato per inanellare le mitiche sei vittorie passate agli annali del campionato NBA negli anni Novanta.
Insomma, è sneakers-mania. Un trend che mette insieme status symbol, storia individuale (di grandi campioni) e significato sociale. Le sneakers incarnano, infatti, lo spirito di ribellione portato in campo dalle storiche Airs Ship, rosse e nere, che infrangevano il codice di colori stabilito dal regolamento dell’NBA riguardo a uniformi e calzature. Le scarpe furono multate ma la Nike credette nel giocatore (niente meno che Jordan) e nel prodotto, scegliendo di pagare tutte le multe per ogni partita giocata pur di tenere il modello in campo. Il successo fu strepitoso.
E le sneakers incarnano anche un riscatto sociale, quello raccontato dall’ascesa dell’Hip Hop, vero e proprio movimento culturale che dalla fine degli anni ’60 ha incanalato la rabbia della popolazione nera americana del Bronx, sordido quartiere alle porte di New York, in cui tutto è nato. Nel 1986, il gruppo hip hop Run-DMC ha lanciato le Adidas Superstar senza lacci, un riferimento esplicito alla vita nelle prigioni, dove le stringhe delle scarpe erano proibite per prevenire forme di autolesionismo.
Le sneakers incarnano anche un riscatto sociale, quello raccontato dall’ascesa dell’Hip Hop
Quell’abbraccio sfacciato alla cultura nera di strada è valso al gruppo un accordo di sponsorizzazione con il marchio e un posto nella storia della musica e della moda.
In effetti, si tratta anche di questo. Di fenomeni sociali e culturali che hanno segnato la storia del costume. Veri e propri tsunami, come quel particolare sincretismo tra Haute couture e streetwear sorto tra i due secoli, coinvolgendo diversi talenti e big del design. Come Virgil Abloh con le sue Nike Air Force 1, realizzate da Louis Vuitton a Fiesso d'Artico in Italia, prima manifattura sorta al di fuori di una Nike Factory.
Quarant'anni dopo l'uscita del 1982, Abloh, genio creative americano di origine ghanese, già direttore creativo Louis Vuitton's menswear collection, reinventa per la casa francese l'iconica silhouette dando vita a una nuova scarpa in soli 47 esemplari.
Come Virgil Abloh con le sue Nike Air Force 1, realizzate da Louis Vuitton a Fiesso d'Artico in Italia, prima manifattura sorta al di fuori di una Nike Factory
Ogni paio di scarpe è stato realizzato con materiali e tessuti selezionati da Abloh in persona e provenienti dalla sfilata di abbigliamento maschile Louis Vuitton Primavera/Estate 2022 intitolata, significativamente, "Virgil Was Here". Il designer infatti è scomparso a soli quarant'anni nel 2021 e le calzature sono state rilasciate postume. Ebbene, in un'asta che si è chiusa l'8 dicembre scorso, un paio di quelle sneakers è stato venduto a circa 7000 dollari.
Insomma, dal collezionismo all'investimento il passo è breve e mescolare alto e basso, per così dire, sacro e profano è divertente, una piccola concessione alla creatività che spezza la routine. Ma la storia recente racconta che c’è tanto significato dietro a un’abitudine ormai collaudata. A pensarci bene, sdrammatizzare un outfit elegante con una sneakers non è un gesto poi così banale.