Applausi scroscianti e riflettori puntati sul palco. La serata musicale più attesa nel calendario dei grandi eventi italiani quest'anno si è svolta all'indomani di un riconoscimento internazionale atteso da tempo: l'inserimento del canto lirico tra le 'pratiche culturali' che sono patrimonio immateriale dell'Umanità per l'Unesco e come tali da tutelare.
La grande Première scaligera ha quindi avuto l'allure dei grandissimi eventi: per l'acclamata riapertura concertistica e per l'ambito traguardo internazionale raggiunto.
In scena, in questa grande occasione, un cast di cantanti di prim'ordine per un'opera di Giuseppe Verdi, il Don Carlo, d'indubbia difficoltà e con una navigata tradizione scaligera nella sua storia: per ben nove volte, dal 1868 al 2008, ha già inaugurato la stagione lirica meneghina.
A dirigere "il superbo dramma politico schilleriano composto per Parigi e riadattato per la Scala da Verdi", ha rammentato in una nota il Teatro milanese, è il Maestro Riccardo Chailly cui è stata affidata la versione del Don Carlo in quattro atti originariamente pensata da Verdi per l'esecuzione scaligera del Piermarini.
Preceduta da qualche polemica rientrata appena in tempo per l'alzata del sipario, la grande Première della Scala ha radunato come di consueto un parterre scintillante nel capoluogo menenghino: esponenti dello show-business, politici, ma anche vedette della danza, del cinema e della moda.
Il palco Reale è forse meno affollato ma non meno sotto i riflettori. Assente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per motivi di agenda. A prenderne il posto, al centro del palco, è stata la senatrice a vita Liliana Segre, accolta a teatro da una standing ovation. E' stata affiancata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, da una parte, e dal Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, dall'altro.
Presente alla Prima, dopo la soddisfazione esternata ieri per l'inserimento della lirica italiana nel Patrimonio immateriale Unesco, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Il riconoscimento dell'agenzia delle Nazioni Unite è stato a suo dire di "portata storica". Un successo, insomma, per la salvaguardia di un pezzo importante dell'immenso patrimonio culturale italiano che il Tempio della lirica festeggia con un Maestro incontestato Verdi, "un'eccellenza della nostra storia e un protagonista del nostro Risorgimento".
Tra le celebrità presenti il regista Pedro Almodovar assieme all’attore Louis Garrel, l’étoile Roberto Bolle e l’artista americana Patti Smith. Tra le presenze istituzionali, oltre al presidente La Russa e al ministro Sangiuliano, il vicepremier Matteo Salvini, il ministro dell’università Anna Maria Bernini e il ministro per le riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati. Il mondo dell'impresa era presente con il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, il numero uno di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, la patron del Gruppo Bracco, Diana Bracco, e il presidente di Confindustria Carlo Bonomi.
In sala, tra i numerosi volti del giornalismo, spiccavano quelli di Natalia Aspesi e Corrado Augias. Non hanno mancato l'appuntamento, come di consueto, i direttori delle grandi istituzioni teatrali italiane ed europee: dal direttore del Piccolo Teatro Claudio Longhi, al direttore generale dell'Opèra di Parigi Alexandre Neef; dal direttore generale e Artistico della Monnaie di Bruxelles, Peter de Caluwe, al direttore artistico del Real di Madrid, Joan Mataboschla.
Particolarmente nutrita la pattuglia dei rappresentanti de Teatri d'Opera con il sovrintendente dell'Accademia di Santa Cecilia Michele dall'Ongaro, dell'Opera di Roma Francesco Giambrone, del Carlo Felice di Genova Claudio Orazi, del Regio di Torino Mathieu Jouvain, del Comunale di Bologna Fulvio Macciardi.