I giardini rappresentano “l’eccellenza del made in Italy”, sono “bellezza, quella profonda, non solo estetica, e ricoprono un ruolo sociale e comunitario importantissimo. Noi li abbiamo purtroppo dimenticati, mentre bisogna riportare i giardini, i mecenati ed i giardinieri al centro di un discorso importante per la valorizzazione del nostro Paese”. L’auspicio di Adele Re Rebaudengo, Presidente della Venice Gardens Foundation, non si ferma alle parole. Donna poliedrica, è stata promotrice dal 2014 al 2019 del restauro dei Giardini Reali di Venezia: un’area verde di 5mila metri quadrati a pochi passi da Piazza San Marco, spazi verdi istituiti da Napoleone nel 1807.
Torinese di origine ma veneziana di adozione, Re Rebaudengo nel 2012 si è trasferita nella Laguna dove ha acquistato una casa.
“Faccio parte di quelle persone che considerano Venezia la città più bella del mondo - spiega - e sicuramente è stato il grande amore di tutta la mia vita, fin dalla prima volta che l’ho vista all'età di 12 anni. La città mi ha donato moltissima felicità e, quando mi sono trasferita oltre 11 anni fa a Venezia, ho pensato che avrei dovuto restituire qualcosa a questa città in segno di riconoscenza. Ho da subito ritenuto che i giardini fossero una parte importante, urgente e forse un po' dimenticata”.
La Venice Gardens Foundation, da lei fondata e presieduta, nasce nel 2014 con l'obiettivo di promuovere, elaborare e attuare progetti rivolti alla tutela del patrimonio botanico ed artistico. “Gli ultimi due anni del Covid ci hanno mostrato con grande evidenza quanto è importante potersi ritrovare ed entrare in connessione con la natura – prosegue - Quando tutto era chiuso nelle città, le persone potevano incontrarsi nei giardini, trovare un luogo accogliente e ben tenuto, e hanno recepito l’importanza e anche il conforto che i giardini sono in grado di arrecare”. Da qui “l’urgenza e l’evidenza di restaurare i giardini di Venezia”, cominciando da quelli Reali.
Ma l’impegno di Adele Re Rebaudengo continua. A gennaio la Fondazione comincerà il restauro di un altro importantissimo giardino della città, ma al momento c’è massimo riserbo sul nome. Ai Giardini Reali le parole d’ordine sono state italianità e responsabilità.
"Nei giardini c’è un grandissimo impegno sul riuso e il riciclo, inoltre ricoprono un ruolo sociale e comunitario importantissimo"
“Quando ho pensato di affidare il progetto all’architetto di giardini, o come ama farsi chiamare lui al giardiniere, Paolo Pejrone per la sua professionalità - racconta - alcuni mi hanno chiesto perché non avessi chiamato un architetto straniero: una cosa che trovo assurda. Noi invece abbiamo realizzato un progetto completamente italiano: la fondazione, gli architetti, compreso il sostenitore di tutta l’operazione, il nostro partner Generali è italiano così come il gestore del caffè, Illy. Siamo straordinari e dovremmo continuare a valorizzare le nostre eccellenze, abbiamo professionisti e artigiani straordinari”. Poi il discorso della sostenibilità che alla Venice Gardens Foundation si chiama “responsabilità”. “Già ai Giardini Reali – dice ancora - c’è un grandissimo impegno sul riuso e il riciclo. Il compost del padiglione del caffè viene recuperato, lavorato nei due mesi successivi per diventare poi concime e ci sono solo camminamenti in terra battuta”. E nel nuovo progetto che sarà avviato il prossimo anno “saranno previsti, per scopi di irrigazione, un pozzo e la captazione delle acque dei tetti con 404 metri di pergolati”.
"Servono investimenti, manutenzione e manodopera qualificata"
Insomma bisogna puntare sul "patrimonio verde” come asset strategico per il nostro Paese, sia in termini di attrattività turistica ma anche di sviluppo del benessere sociale. E tre sono i cardini: “Sono necessari investimenti per il restauro dei giardini sia pubblici che privati, e devo dire che il ministro Franceschini è stato molto molto attento, il Pnrr prevede grandi finanziamenti. Il secondo punto è quello di trovare i bilanci necessari per la manutenzione ed il terzo è la manodopera qualificata: è fondamentale impiegare giardinieri esperti appassionati”, dice, perché non è solo un lavoro ma “un atto di amore e di dedizione”.
Re Reabudengo è passata dalla professione forense alla passione per il teatro, per l'arte e la fotografia curando festival, mostre e pubblicazioni d'arte con i Maestri della fotografia internazionale in collaborazione con musei ed istituzioni di primo piano. Un percorso professionale variegato e ricco e, solo a prima vista, ‘scollegato”. In realtà c‘è un “filo conduttore” che unisce queste tre tappe importanti della sua vita. “Con la pratica forense – conclude - si cerca, con il proprio piccolissimo granello di sabbia nel deserto, di rendere la vita migliore. L‘arte è una via per arrivare all’assoluto, per elevarsi. Ad oggi la mia esperienza con i giardini e, più in generale, con la natura rappresenta un ritorno all’infanzia; ho avuto la fortuna di crescere in un giardino storico molto bello a contatto con la natura e mi ha fatto comprendere molte cose e capire quali sono i veri valori da seguire”.
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