La Serenissima fa parlare di sé, e stavolta non per i pinnacoli del Palazzo Ducale e i merletti di Burano, o almeno non solo. Non tutti sanno che la città lagunare è “smart”, trasformata in un perfetto esempio di come la storia possa andare a braccetto con la tecnologia valorizzando se stessa e migliorando la qualità di vita degli abitanti e delle imprese. Ed è suggestivo che proprio uno dei simboli della nostra storia rappresenti la città del futuro.
Una caratteristica che fa di Venezia una vera e propria Smart City, ossia una città intelligente che integra tecnologie digitali nel proprio tessuto urbano
Per le calli e le vie d’acqua, centinaia di sensori monitorano qualsiasi evento e permettono di fare analisi e previsioni accurate. Una caratteristica che fa di Venezia una vera e propria Smart City, ossia una città intelligente che integra tecnologie digitali nel proprio tessuto urbano. I cittadini fanno fatica ad accorgersene, ed è proprio questo il vantaggio maggiore: la tecnologia si fa trasparente perché quello che si vede sono solo i benefici, una città più sicura, con una migliore gestione dei flussi di trasporto, più efficiente dal punto di vista energetico e della gestione dei rifiuti. In poche parole, una città migliore.
Va da sé che si deve poter contare su un elevato livello di connettività e su numerosi sensori in grado di raccogliere ingenti masse di dati ad esempio su clima, aria, consumi energetici e idrici in modo da alimentare servizi più evoluti e in tempo reale, e permettere alle amministrazioni una gestione sempre più efficiente. A guidare tutto questo dispiegamento di innovazione, la Smart Control Room di Venezia, realizzata da TIM in collaborazione con il Comune, che va immaginata come la classica torre di controllo, proprio come quella dei grandi aeroporti. Qui l’atmosfera è rarefatta, come se tempo e spazio fossero sospesi.
Gli operatori specializzati si avvicendano 24 ore al giorno davanti ad enormi video-wall dalla classica luce azzurrina, i flussi di dati arrivano alla Smart Control Room realizzata da TIM - la centrale operativa del sistema digitale avviata dal 2020 e posizionata sull’Isola Nuova del Tronchetto - e vengono immagazzinati. Grazie all’adozione di intelligenza artificiale, sensori per l’Internet of Things, cloud computing, piattaforme per l’analisi dei dati e connettività 5G, viene raccolta dai sensori una miriade di informazioni: sono dati che riguardano ad esempio il numero di persone presenti a Venezia, la tipologia di barche nei canali, i passaggi dei mezzi pubblici stradali e acquei, il flusso dei turisti, le previsioni meteo e la situazione dei parcheggi.
Grazie alla Smart Control Room realizzata da TIM, vengono raccolte una miriadi di informazioni utili per facilitare la gestione dei tanti flussi di cittadini e turisti che frequentano città
Tocca poi a un pool di esperti analizzarli – sempre nel rispetto della privacy – ed elaborarli per gli scopi più vari, da quelli più semplici a quelli più complicati come la prevenzione di incidenti o guasti. Sì, perché proprio grazie alla tecnologia - dal momento che i dati vengono ricevuti in tempo reale - gli interventi possono essere più tempestivi. Non è un caso che, come rileva uno studio del McKinsey Global Institute, i servizi di una Smart City possono essere efficienti al punto che, ad esempio, si possono salvare vite umane (lo studio quantifica 300 ‘salvataggi’ l’anno in una città di 5 milioni di abitanti) grazie al calo di reati, incidenti stradali e incendi. Vengono inoltre velocizzati gli spostamenti, visto che i tempi di percorrenza in città possono essere ridotti di 15-30 minuti.
E in effetti, è nella mobilità che la Smart City fa la differenza: nonostante Venezia per la sua conformazione non sia una città urbanizzata essendo priva di strade e incroci, il suo traffico è notevole. Secondo alcuni calcoli, in ogni secondo viene rilevata la presenza di 51 mezzi su acqua, 305 mezzi su ruota, 16 mezzi su rotaia (bus o treni) in movimento mentre ogni giorno transitano oltre 430.000 persone e 49.000 imbarcazioni nell’intero comune di Venezia. I sensori riconoscono il tipo di imbarcazione — taxi, gondola o motoscafo — e gestiscono i flussi indicando direzioni e limiti di velocità. Altre informazioni raccolte dalla ‘cabina di regia’ riguardano invece la gestione dei rifiuti, un problema epocale di tutte le città e Venezia purtroppo non fa eccezione. Però grazie all’evoluzione tecnologica, come si evince dallo Smart City Index 2020, la produzione pro-capite è diminuita del 9 percento dal 2014 nelle Smart City mentre è aumentata quella differenziata nei capoluoghi, oltre il 10 percento in più in 8 anni.
Quella di Venezia è stata la prima applicazione, e forse la più famosa, della Smart City in Italia. Ed è questo un motivo d’orgoglio innanzitutto per il sindaco della città, Luigi Brugnaro secondo il quale grazie alla Smart Control Room in tutto il periodo del lockdown l’amministrazione ha potuto tenere un filo diretto con la cittadinanza. Si tratta di un risultato che «rappresenta a tutti gli effetti un vero e proprio fiore all’occhiello per una città unica al mondo che può finalmente contare su un polo altamente innovativo e all’avanguardia dal quale garantire la sicurezza di tutti e un pronto intervento nel caso di necessità». Non c’è solo Venezia. Con il supporto di TIM si stanno sviluppando sul territorio italiano altre Smart City, anche di dimensioni più contenute, come nel caso di Assisi e di Cairo Montenotte.
Essere ‘smart’ in fin dei conti fa la differenza. Chiedetelo a chi ci vive.
20 dicembre 2024
8 giugno 2024