Può la magnifica e potente voce di un tenore o di un soprano affascinare e incantare una platea in un luogo aperto e dispersivo creato duemila anni fa per ospitare combattimenti tra uomini e leoni?
A chiederselo nel 1913 erano in molti, melomani o semplici appassionati di lirica, quando per celebrare il centenario della nascita del grande compositore Giuseppe Verdi, il tenore veronese Giovanni Zenatello propose di mettere in scena ‘Aida’ all’Arena di Verona. Si tratta dell’anfiteatro romano costruito alcuni decenni prima del Colosseo, nel I secolo dopo Cristo tra il regno di Augusto e quello di Claudio, per ospitare combattimenti tra gladiatori e tra schiavi e animali selvaggi.
L’idea di mettere in scena un’opera lirica destò perplessità, poiché si trattava di trasferire un genere musicale dal chiuso dei teatri a un enorme spazio aperto, che poteva contenere migliaia di spettatori ed era stato costruito per spettacoli destinati più alla vista che all’ascolto. Tuttavia la rappresentazione suscitò entusiasmo con un enorme successo di pubblico e molti ospiti stranieri e venne seguita da sette repliche.
Da allora la stagione dell’Opera in Arena è diventato un appuntamento fisso che ha visto solo due interruzioni per le guerre mondiali e che nel 2023 taglia il prestigioso traguardo di 100 anni di attività. E lo fa alla grande: 8 titoli d’opera, 4 serate di gala, 1 concerto straordinario con Orchestra e Coro della Scala e il ritorno del Ballo al Teatro Romano. La Fondazione Arena di Verona ha scelto per la sua festa del centenario i titoli che nello storico anfiteatro hanno avuto più successo e repliche nel corso degli anni programmando da giugno a settembre 50 serate.
In scena ad aprire la rassegna (l’ultima replica è prevista per il 9 settembre) ovviamente è l’Aida, l’opera di Verdi da dove tutto ebbe inizio. Per il centenario è stata realizzata una rappresentazione inedita e avveniristica messa in scena da Stefano Poda che ne ha curato regia, scene, costumi, luci e coreografia. Della sua ‘Aida’ lo stesso Poda ha spiegato che “il moderno non è una rincorsa all'attualità, bensì un salto al futuro. Il patrimonio dell'antico Egitto diventa quello del genio di Verdi, che si trasforma in un tesoro tutto italiano rappresentato in una cattedrale laica, un luogo sacro e millenario pronto a raccogliere tutte le migliori energie dell'Italia”. Il suo, ha aggiunto, è “un viaggio dantesco, da un mondo in conflitto a una storia intimista. Conciliare questi due lati, grandiosità e intimità, è la sfida nell’affrontare un titolo come Aida”. Direttore d'orchestra il Maestro Daniel Oren.
Giuseppe Verdi è il grande protagonista del centenario dell’Arena di Verona Opera Festival. Oltre ad ‘Aida’, infatti, ci sono altri tre capolavori tra gli otto scelti per la ‘festa’. A partire dal ‘Rigoletto’ diretto dall’attore e regista Antonio Albanese che ha già firmato messinscene d’opera al Teatro alla Scala di Milano, al Lirico di Cagliari, al Petruzzelli di Bari e al Filarmonico di Verona. Lo spettacolo è andato in scena a luglio e ad agosto, così come il ‘Nabucco’ nell’allestimento creato nel 1991 da Gianfranco de Bosio con la rigorosa scenografia immaginata da Rinaldo Olivieri e dominata da un’imponente Torre di Babele.
Per quanto riguarda la quarta opera di Verdi in scena per celebrare il centenario, ‘La traviata’, la cui ultima rappresentazione è prevista per il 9 settembre a chiudere il festival del centenario, si tratta di un’edizione eccezionale che ripropone la sontuosa produzione ottocentesca ideata da Franco Zeffirelli con costumi di Maurizio Millenotti e coreografie di Giuseppe Picone. Il grande maestro, regista e coreografo fiorentino, è presente all’Arena con altre due opere la cui storica regia viene riproposta per i 100 anni dell’Arena: si tratta di ‘Madama Butterfly’, la celebre “tragedia giapponese” di Giacomo Puccini, che torna a Verona nell’evocativo allestimento di Franco Zeffirelli impreziosito dai costumi del premio Oscar Emi Wada. L’ultima rappresentazione dell'opera, diretta dal Maestro Daniel Oren, è prevista per il 7 settembre.
A quasi trent'anni dal suo debutto, torna poi la ‘Carmen’ di George Bizet firmata sempre da Zeffirelli nel 1995, forse lo spettacolo più ‘areniano’ tra quelli in cartellone nel centesimo dell'Arena di Verona Opera Festival. La direzione d’orchestra di quest’opera, la cui ultima rappresentazione è in programma il 6 settembre, è del Maestro Daniel Oren che dirige una ‘Carmen’ sfumata e leggera, dalle tinte acquerellate, attenta ai momenti più lirici.
Punto di forza di questo allestimento sono sicuramente le scenografie che spiccano per il magnifico colpo d'occhio dato dai colori saturi e dal pregevole gioco di luci. Giovedì 24 agosto è andato in scena per la sua quinta rappresentazione il capolavoro di Bizet: attorno alla protagonista, incarnata dal mezzosoprano francese Clémentine Margaine, il debutto di diversi nuovi interpreti a cominciare dall’applaudito tenore Vittorio Grigolo nel ruolo dell’appassionato Don José. La sua promessa Micaela è interpretata dal soprano Daniela Schillaci mentre il baritono Gëzim Myshketa è il toreador Escamillo. Nei ruoli di fianco si confermano molti giovani e artisti di talento: Sofia Koberidze, Cristin Arsenova (Frasquita e Mercedes), Didier Pieri, Jan Antem (Dancairo e Remendado), Gabriele Sagona e Nicolò Ceriani (Zuniga e Morales). Sul palcoscenico Franco Zeffirelli ricrea una Siviglia realistica e curata in ogni dettaglio come un set cinematografico popolato da oltre 400 fra mimi, comparse, Ballo (coordinato da Gaetano Petrosino) e Coro (preparato da Roberto Gabbiani), diretto con l’Orchestra di Fondazione Arena da Daniel Oren, con la partecipazione delle voci bianche A.LI.VE. (preparate da Paolo Facincani) e dell’autenticamente spagnola Compañia di Danza Antonio Gades.
A chiudere una programmazione eccezionale due opere il cui allestimento è curato da Hugo de Ana: ‘Il Barbiere di Siviglia’, la più celebre opera buffa di Gioachino Rossini andata in scena a giugno e a luglio, e ‘Tosca’ di Giacomo Puccini la cui ultima rappresentazione è in programma per il 1° settembre.
Non solo teatro, però, per il centenario dell’Arena di Verona Opera Festival 2023. Molte sono infatti le iniziative che coinvolgono tutta la città, tra cui due mostre fotografiche: ‘100 volte Callas’ al Palazzo della Gran Guardia, con la cura dell’Archivio Tommasoli e il patrocinio del Comune di Verona, offre uno sguardo sui primi anni veronesi della Divina, di cui ricorre quest’anno il Centenario; presso la libreria Feltrinelli di via Quattro spade è visitabile la mostra ‘Aida 100’ che documenta con gli inediti scatti di Ennevi i molti particolari della nuova produzione firmata da Stefano Poda per il 100° Festival.
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