Vedendo il piccolo borgo proiettato sul Tirreno che è oggi Amalfi, viene difficile immaginarla nel momento di massima grandezza, quando dalle coste campane controllava il Mediterraneo e si guerreggiava con Pisa. Chissà cosa ne sarebbe stato di questa città-stato se lo Tsunami del 1343 non ne avesse spazzato via il porto, la flotta e la conseguente potenza navale. Ma per chi volesse allontanarsi dal centro affollato di turisti, magari guardando dal mare la frastagliata costa che parrebbe indomabile, potrebbe scoprire che il riflesso perenne della Repubblica Marinara oggi vive nel lusso discreto dei grandi hotel della Costiera. In quel lembo di terra stretto tra la Penisola Sorrentina (a nord) e la Costiera Cilentana (a sud) patrimonio dell'umanità dell'Unesco dal 1997 che oggi si appresta a entrare nel pieno della stagione. La statale 163, famosissima e altrettanto battuta, unisce i comuni di questo gioiello fatto di panorami mozzafiato, porticcioli turistici, viottoli e magnifiche terrazze.
Naturale prosecuzione della costiera Sorrentina, questo tratto di costa della provincia di Salerno si estende per appena 42 chilometri, da Punta Campanella a Vietri sul Mare, condensando un numero imprecisato di scorci da immortalare, spiagge e calette, grotte plasmate da secoli di erosione e tesori artistici da scoprire, in ogni stagione. Ma anche tante ricchezze gastronomiche: limone sfusato, extravergine e vino buono, provola affumicata e fiordilatte, tonno e alici di Cetara e la colatura realizzata secondo tradizione, di cui Pasquale Torrente è infaticabile ambasciatore, patron di quel Al Convento che si è appena presentato vestito di nuovo, a segnare sempre più il cambio generazionale con Gaetano. Nuovo anche il corso del Faro di Capo d'Orso, nella vicina Maiori, dove oggi in cucina c'è Salvatore Pacifico sotto la guida di Andrea Aprea. Cambio anche per un'altra perla della Costiera, il Monastero Santa Rosa a Conca dei Marini, dove da questa stagione non c'è più Christoph Bob (oggi a Castellammare di Stabia) lasciando la guida della cucina ad Alfonso Crescenzo.
Sorto in una villa Liberty dei primi di Novecento a sua volta edificata sui resti della dimora di famiglia, l’Hotel - di proprietà e gestione della famiglia Gambardella da oltre quattro generazioni - conserva il fascino di una grande casa, con giardini secolari, orti, limonaie e aranceti, e soprattutto con una vista mozzafiato sul golfo di Salerno. Il Santa Caterina merita un soggiorno anche solo per godere della variegata offerta gastronomica che vede il suo fiore all’occhiello nel ristorante fine dining Glicine dove Giuseppe Stanzione non si limita a esaltare i doni del mare in piatti quali Vignarola di astice con fave, piselli, carciofi, asparagi e pecorino, ma anche quelli dell’entroterra come con i Tortelli ripieni con genovese di vitello con zabaglione di Parmigiano Reggiano 36 mesi o l’imperdibile Polletto ruspante appena piccante, topinambur e mandorla pizzuta. Più semplice, ma ugualmente suggestivo, il ristorante Al Mare che propone una cucina mediterranea per un pranzo dopo una giornata al mare, magari gustando i freschissimi Spaghetti al limone sfusato di Amalfioppure il bar/bistrot La Terrazza, che è aperto solo la sera, anch’esso come tutta la struttura, con affaccio sul mare. Non solo, la struttura comprende anche un elegante complesso di suites circondato da giardini - Le Ville della Marchesa - a pochi passi dall’hotel.
Situato su una scogliera a oltre 300 metri sopra il livello del mare, all’interno di un antico palazzo dell'XI secolo il Caruso unisce perfettamente il confort della modernità con i pezzi d’arredo di antiquariato squisitamente scelti. Ma dell'hotel si è parlato molto anche perché ha visto il ritorno di Cristoforo Trapani in Campania. A 34 anni, dopo aver lavorato con Heinz Beck, Mauro Colagreco, Yannick Alléno, Troisgros, Antonino Cannavacciuolo, Moreno Cedroni e Davide Scabin e, dopo aver intraprso la carriera solista al Ristorante Magnolia dell’Hotel Byron di Forte dei Marmi, è tornato nella propria terra per aprire un nuovo capitolo. Il suo primo menu per il Belvedere, la proposta chiamata Me in 4 assaggi, ha il sapore di un biglietto da visita. Al suo interno troviamo Il polpo di scoglio glassato al pomodoro San Marzano, aioli, curry e lattuga ghiacciata seguito da Lo spaghettone maxi Pastificio dei Campi pomodorini gialli del Piennolo, gamberi rossi di Praiano, cotenna di maiale soffiata e limone Costa d’Amalfi I.G.P. e poi Il rombo chiodato alla Mugnaia asparagi di mare e bottarga di tonno rosso di Cetara e in chiusura I rigatoni confettura di pomodoro San Marzano e mozzarella di bufala D.O.P. Barlotti.
È il nuovo paradiso verticale della Costiera Amalfitana. L’ingresso è a 90 metri a picco sul mare da cui, attraverso delle terrazze verdeggianti di macchia mediterranea, si arriva alla spiaggia privata. Questa struttura ha inaugurato la sua prima stagione dopo l’ambiziosa ristrutturazione voluta dai proprietari Orlacchio e De Siano. Il risultato è un meraviglio so hotel all’italiana dove si respira il design anni '50 e uno smaccato timbro mediterraneo. In questa struttura d’accoglienza da 29 camere e 16 suite sono presenti tre ristoranti e due bar, e a guidare il tutto è un altro illustre campano, ovvero Crescenzo Scotti, che dopo le esperienze nel nordest a Le Calandre e Agli Amici (entrambi Tre Forchette per la guida Ristoranti d'Italia del Gambero Rosso) ha lungamente lavorato in Sicilia alla guida dei ristoranti del Therasia Resort per poi tornare nella sua regione. Nel suo ristorante La Libreria i menu sono giustamente chiamati capitoli, e si va dal Capitolo I: il timido... approccio ai marittimi Capitolo III ispirato da una storia di... acqua e sale e Capitolo IV: la brezza che sfiora lo scoglio per poi allontanarsi delle acque e concludere con il percorsi intitolati Capitolo V le radici dell’orto e Capitolo VI: la guida del pastore.
Ha aperto nel 1951 per la volontà della famiglia Sersale di trasformare la propria casa al mare in un piccolo albergo sulla baia di Positano. Con le sue 58 camere affacciate a 70 metri sul mare, qui si viene per godere della pace e del silenzio oltre che per la vista mozzafiato. La proposta ristorativa del ristorante La Sponda è affidata all’Executive Chef de Le Sirenuse Gennaro Russo, che propone piatti amatissimi dai clienti abituali come ad esempio lo Scampo del Mediterraneo con mandorle pizzute e Calvisius Oscietra Royal o il Tonno scottato, fagioli di risina, fagiolini e limoni canditi e i Fagottelli con genovese di manzo dei monti Lattari, Parmigiano 48 mesi e tartufo nero. Ma qui oltre che per la cucina mediterranea si viene anche per il cocktail bar, reputato non solo uno dei migliori della costiera amalfitana, ma anche tra i più interessanti bar d’hotel italiani: il Franco’s Baraperto dalle 17 alle 24 è infatti sconnesso dall’albergo, e sono molti anche gli esterni a venire qui per provare i drink: non vengono prese prenotazioni quindi come dicono gli inglesi “first come first served”. Diversa l’offerta di Aldo’s Bar, più rivolto alla clientela interna che può godere anche di ‘tapas’ mediterranee, ostriche, crudi e piatti della tradizione campana rivisitati
22 luglio 2024
21 luglio 2023
L’estate è un tempo e uno spazio, una scrittura e un silenzio. Di tutto questo è fatta una canzone per l’estate, impastata quasi di niente