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21 marzo 2025
di Giancarlo Strocchia

68mo Festival dei Due Mondi, in scena l’eccellenza 

Spoleto66_Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi_Zio Vanja_©Festival di Spoleto _ Andrea Veroni
Spoleto66_Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi_Zio Vanja_©Festival di Spoleto _ Andrea Veroni
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Quello della 68ma edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto sarà un “Canto della Terra” che risuonerà attraverso le mille sfaccettature delle eccellenze artistiche che si alterneranno sui tanti palcoscenici della località umbra tra il 27 giugno e il 13 luglio prossimi.

Durante l’affollatissima presentazione nella sala Spadolini del Ministero della Cultura, a Roma, subito dopo il saluto del ministro della Cultura Alessandro Giuli, la direttrice artistica Monique Veaute ha illustrato un programma fitto e emozionante. Opera, musica, danza, teatro, arte, performance, per un complessivo di 700 artisti provenienti da 13 paesi animeranno il Festival delle arti performative più antico d’Italia, muovendosi lungo il filo conduttore della partitura mahleriana Das Lied von der Erde (Il canto della terra).

Tra le prime novità, il raddoppio dei concerti del mezzogiorno che lo scorso anno riscossero un successo “da stadio” e che quest’anno conquistano anche la fascia pomeridiana. Si passa quindi alle performance cameristiche e solistiche selezionate tra le orchestre e le voci più acclamate del momento, fino alle esperienze di nomi come William Kentridge, che oltre a presentare uno spettacolo multidimensionale tra opera da camera, oratorio e teatro dal titolo ““The great yes, the great no”  firma anche il manifesto di questa 68ma edizione del festival, al compositore newyorkese Rufus Wainwright che arriva a Spoleto con il suo Hadrian che vanta le scenografie di un'altra icona dell’immaginario artistico mondiale come Robert Mapplethorpe.

 

 

Un florilegio di suggestioni che prosegue sull’onda di Ersan Mondtag e i Berliner Ensamble che mettono in scena Woyzech di George Buchner con musicisti dal vivo, ad Alessandro Baricco, alla sua terza presenza nella manifestazione spoletina, che porta al festival una versione originale di Novecento insieme a Stefano Bollani e a Enrico Nava.

L’atteso ciclo dedicato al repertorio per voce e pianoforte include interpreti di caratura internazionale come Sandrine Piau, Benjamin Appl, Matthew Rose, Lea Desandre, Raffaele Pee e La Lira di Orfeo. Non possono mancare i musicisti delle orchestre in residenza al Festival come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e la Budapest Festival Orchestra. Per la prima volta a Spoleto, quest’anno, anche il Quartetto d’archi e l’Ensemble di percussioni del Teatro alla Scala.

 

 

La musica occidentale incontra poi gli echi di una tradizione millenaria con il debutto del cinese Amber Quartet e il concerto in Piazza Duomo della regina del sitar Anouska Shankar. Debutto italiano per il pianista giapponese rivelazione Hayato Sumino. E ancora, le esibizioni mirabolanti della compagnia di circo contemporaneo Circa, la nuova ed emozionante versione del Bolero interpretata dal coreografo Shahar Binyamini e l’ultima produzione della Sydney Dance Company, a firma di Bryce Dessner, vincitore di un Grammy, guidata da Rafael Bonachela. Passando alle presenze di casa nostra, Luca Marinelli torna a Spoleto nella doppia veste di regista e attore per interpretare le Cosmicomiche di Italo Calvino, mentre Federico Tiezzi e Sandro Lombardi riportano in scena Edipus di Giovanni Testori. Ancora, Massimo Popolizio sarà impegnato con la sua nuova regia, in prima assoluta, interpretata da Umberto Orsini con gli allievi diplomati dell’Accademia Nazionale Silvio d’Amico in una collezione di testi ispirati a efferati assassini letterari, mentre dal romanzo di Giovanni Grasso, capo ufficio stampa della Presidenza della Repubblica, dal titolo “L’amore non lo vede nessuno” Piero Maccarinelli concepisce una nuova messa in scena per gli spazi di San Simone. Particolarmente significativa la presenza della compagnia #SIneNOmine che porta a Spoleto un nuovo spettacolo nato nel laboratorio della Casa di Reclusione della località umbra. E se non bastassero questi spunti per invogliare ad una trasferta spoletina, da non perdere, dal 27 giugno al 13 luglio, anche la mostra “In scena. L’arte dei costumi al Festival di Spoleto”, un’esposizione dedicata all’immenso archivio della manifestazione, frutto di un lungo lavoro di recupero e valorizzazione avviato nel 2021.

 

 

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