Tom Hanks è senza dubbio uno dei più autorevoli amatori e collezionisti di macchine da scrivere. In una intervista ha dichiarato di avere oltre 250 pezzi nella sua collezione privata. E nei circoli di appassionati del genere, si dice che se gli si scrive una lettere dattiloscritta, lui risponderà. In epoca di touch screen, “la Lettera 22 è ormai un’icona pop” dice Gaetano di Tondo, presidente dell’Associazione Archivio Storico Olivetti. E in una strategia di co-marketing appare difficile trovare un partner che meglio interpreti la storia del design Made in Italy. Come ha dimostrato il successo del progetto con Bottega Veneta.
Si accompagna a nomi celebri della scrittura e del giornalismo: da Pier Paolo Pasolini a Günther Grass, da Enzo Biagi e Indro Montanelli, che ne possedeva tre
Realizzato tra le linee rarefatte e purissime del Negozio Olivetti di piazza San Marco a Venezia, progettato nel 1958 da Carlo Scarpa su incarico di Adriano Olivetti, oggi un Bene affidato in concessione al Fai.
E’ qui che sono state esposte le borse Le Cabat, un’edizione limitata ispirata in forme e colori alle macchine da scrivere Olivetti, con foto del fotografo d’interni Francois Halard. “Un’esperienza che è piaciuta molto, è un’idea che si potrebbe ripetere a livello internazionale” ha detto di Tondo “Un progetto simile ha coinvolto anche Pigna per prodotti cartacei. C’è un punto d’incontro tra le nostre clientele, ed è quello dell’amore per l’eleganza, la fattura degli oggetti, un gusto tattile per il prodotto”.
Scocca in colori pastello. Agile carrello con rullo per i fogli di carta. Una fitta serie di martelletti sottili azionati dalla tastiera. La Lettera 22 è un piccolo prodigio della meccanica in soli quattro kg di peso. Progettata nel 1950 da Giuseppe Beccio, disegnata da Marcello Nizzoli, si accompagna a nomi celebri della scrittura e del giornalismo: da Pier Paolo Pasolini a Günther Grass, da Enzo Biagi e Indro Montanelli, che ne possedeva tre.
La Lettera 22 è un piccolo prodigio della meccanica in soli quattro kg di peso
A scanso d’equivoci, va precisato che non è più in produzione. Esiste un fiorentissimo mercato di appassionati e collezionisti attivi sui social o sulle piattaforme di commercio online. Uno zoccolo duro di estimatori si trova anche in Messico e in Argentina, dove c’erano alcuni impianti produttivi. L’avvento dei computer con software di videoscrittura forse ha segnato la fine di un’epoca. Ma di certo l’inizio di un’altra.
Premiata con il primo Compasso d’Oro nel 1954, scelta nel 1959 dall’Illinois Technology Institute come il miglior prodotto design degli ultimi 100 anni, la Lettera 22 è oggi parte delle collezioni permanenti del MoMA di New York.
Simbolo di una galassia. La Galassia Olivetti con epicentro nella città di Ivrea, da quattro anni Patrimonio UNESCO. Capitale Italiana del Libro 2022. E per sempre la terra in cui Adriano, sulle orme di Camillo, ha provato a dare corpo all’utopia di una fabbrica a misura d’uomo e di una società imperniata sul senso della Comunità. Complice l’espansione del business mondiale nel dopoguerra, l’umanesimo di Adriano si è sviluppato sulle orme del filosofo cattolico Jaques Maritain, in una vera e propria Città Industriale dipanata attorno alla fabbrica, con edifici abitativi, ricreativi e sociali oggi oggetto di manuali d’architettura e design.
Di tempo ne è passato da quando la Nasa ha utilizzato il computer P101 della Olivetti per calcolare le orbite spaziali della missione dell’Apollo 11 che ha portato l’uomo sulla Luna. Era il primo personal computer della storia. Oggi la nuova Olivetti è parte integrante del Gruppo TIM, l’azienda che fedele alla missione di accompagnare il Paese verso l’innovazione, si definisce la fabbrica digitale in ambito IoT, Internet delle cose.
L’Associazione Archivio Storico Olivetti, in collaborazione con le istituzioni locali, è infaticabile nel promuovere la Legacy di Olivetti. Dai talk online ai podcast #LaMiaOlivetti, che raccoglie le testimonianze uniche di ex dipendenti, alla recente mostra Podium 16 realizzata all’ADI Design Museum, omaggio ai 16 Compassi d’Oro collezionati tra il 1954 ed il 2001.
Fino al primo francobollo da collezione digitale realizzato con Bitstamps, parte della nuova Olivetti Collection. Sarà emesso mercoledì 22 dicembre. Una tiratura limitata di 2000 pezzi dedicati alla grafica di Giovanni Pintori per la campagna pubblicitaria della Lettera 22 del Natale 1956. Ogni francobollo sarà un oggetto digitale “singolo” garantito dalla tecnologia Blockchain.
L’anno scorso, la più famosa macchina da scrivere portatile al mondo ha festeggiato i suoi 70 anni. Per l’occasione si è vestita con il tricolore. In collaborazione con Rinascente, l’Archivio Storico ha eseguito un intervento di restauro conservativo su 70 macchine storiche, riportandone la meccanica alla sua autentica funzionalità. Ogni esemplare è stato numerato da 1 a 70 e abbinato al numero di matricola originale. “Sono andate a ruba in pochi giorni”, ha detto Di Tondo.