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13 ottobre 2023
di Lidia Lombardi

Gubbio e l'arte del Medioevo "contemporaneo"

Gubbio Palazzo dei Consoli
Gubbio Palazzo dei Consoli
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Il Medioevo di Gubbio e l’arte contemporanea. I merli e le torri alte sulla pianura di questa città gentile e fortificata, austera ed elegante, arcigna e aggraziata si coniugano con le invenzioni degli artisti del Duemila. È questo “Imagina”, una grande e articolata mostra che si inaugura il 15 ottobre per rimanere aperta fino ad aprile 2024. Non è solo allestimento di opere: la rassegna – sotto l’egida di Spazio Taverna – è pensata per coinvolgere tutto il tessuto cittadino. Il precedente è la storica Biennale di Gubbio, che si è tenuta per mezzo secolo, dal 1956 al 2016, partendo dalla gloriosa tradizione della ceramica. Ora – dopo il grande sonno indotto dalla pandemia – torna il gusto dell’invenzione e della manualità: trentasei artisti italiani delle ultime generazioni sono stati invitati a rileggere lo spirito della Biennale con i nuovi linguaggi del contemporaneo.

Un progetto però ben innervato nello scenario che lo ospita: agli artisti chiede di far rivivere il genius loci eugubino in chiave attuale. Dice Ludovico Pratesi, che con Marco Bassan ha curato la rassegna: “Il principio che ci ha guidati è stata la riattivazione della specificità del luogo, l’utilizzo dell’anima medievale e di quella rinascimentale, il coinvolgimento della popolazione e dell’artigianato locale e lo stimolo alle esperienze culturali che hanno caratterizzato Gubbio nell’ultimo periodo. Per questo motivo non potevamo che recuperare la tradizione della Biennale, che negli anni è stata un forte tratto identitario per gli Eugubini”.

Il percorso espositivo di “Imagina” si sviluppa tra il Palazzo dei Consoli – carismatico in Piazza Grande, la “terrazza” dalla quale si domina il paesaggio tutt’intorno -  e il Palazzo Ducale. Insomma, monumenti iconici, nei quali si specchia il passato della città. Tre le sezioni previste nel primo, dove le dimensioni smisurate delle sale hanno ispirato gli artisti verso una produzione che tende al trascendente; in particolare “Medioevo al femminile” nella Sala dell’Arengo, in cui otto artiste – Sveva Angeletti, Bea Bonafini, Ambra Castagnetti, Lucia Cristiani, Binta Diaw, Federica Di Pietrantonio, Valentina Furian e Giulia Mangoni - ispirandosi ai gonfaloni medievali hanno realizzato alcuni stendardi di grandi dimensioni, con immagini elaborate e stampate direttamente sul tessuto. E la scelta di una sezione interamente femminile nasce per contrapporsi alla storia del palazzo dove vivevano e lavoravano gli otto consoli - rigorosamente uomini - incaricati del governo della città dal 1360 al 1621, segnando quindi una riappropriazione simbolica del potere.

 Tra i vanti di Gubbio, le Tavole Eugubine (sette lastre in bronzo risalenti a un arco di tempo tra il III e il I secolo avanti Cristo, scritte in umbro e in latino, legate ad antichi riti sacrificali). Ed ecco la sezione “La questione delle lingue” che le mette a confronto con il linguaggio elaborato da una Intelligenza Artificiale, animando una sala con il progetto del collettivo Numero Cromatico. “Tra Oriente e Occidente” è l’ultima tappa in Palazzo dei Consoli: un’installazione dell’artista Namsal Siedleck si confronta con la preziosa collezione di arte orientale del monumento.

Dal Medioevo al Rinascimento, la mostra prosegue a Palazzo Ducale, voluto da Federico di Montefeltro e progettato da Francesco di Giorgio Martini, ora sede della Direzione Regionale dei Musei dell’Umbria. Qui l’architettura riconduce gli artisti verso una visione antropocentrica, nello spirito dell’Umanesimo. E infatti la prima delle quattro  sezioni espositive si intitola “La misura umana”: nella cornice del Salone di corte otto artisti – Lucas Memmola, Antonio Della Guardia, Giulio Bensasson, Davide Sgambaro, Ruth Beraha, Gabriele Silli, Gianluca Brando, Serena Vestrucci - realizzano altrettante sculture free standing, in relazione simbolica con gli stendardi di Palazzo dei Consoli.

Opere site specific, realizzate appositamente per Gubbio, nella sezione “Genius Loci”, che si sviluppa in più sale ma anche nella cisterna e nei giardini pensili. E allora Gabriella Siciliano, Lulù Nuti, Marco Emmanuele, Paolo Bufalini, Davide Stucchi, Andrea Mauti, Helena Hladilova sono stati chiamati a interpretare il mondo delle corti rinascimentali.

Ancora confronti: “Fotogrammi in quadreria” espone opere video e fotografiche (di Rachele Maistrello, Sonia Andresano, Anouk Chambaz e LorenzoVitturi) in dialogo con i dipinti barocchi della raccolta del palazzo. Infine gli antichi sotterranei: qui la sezione “Corporazioni Contemporanee” riunisce le opere frutto di collaborazione tra gli artisti James Hillman, Veronica Bisesti, Francesca Cornacchini, Lucia Cantò, Diego Miguel Mirabella, Guglielmo Maggini, Alice Paltrinieri e alcune eccellenze artigiane e imprenditoriali della città tra cui fabbri, calzolai, muratori, ceramisti, sarti, falegnami insieme al cementificio Colacem.

Ma non finisce qui: c’è anche “Extra Biennale”, un percorso di mostre ed eventi intorno alla rassegna ufficiale, che prevede l’esposizione fotografica “Il Luca di Gubbio”, ospitata nel Teatro Comunale e dedicata al rapporto tra il regista teatrale Luca Ronconi (1933-2015), la città di Gubbio e il Centro Santacristina. Otto spazi storici della città sono poi lo scenario di “Tutti i santi giorni”, un itinerario che riunisce le opere della pittrice Cecilia Caporlingua. Ancora, a sottolineare la valenza collettiva della kermesse – promossa dal Comune di Gubbio con il contributo dell’Università delle Arti e dei Mestieri – una sala storica della Biblioteca Sperelliana ospita la mostra di sculture realizzate dagli studenti di alcuni licei dell’Umbria.

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