“Se proprio vuoi dipingere ceramiche, fai un servizio di piatti, almeno sarà utile”. Davvero non incoraggiò più di tanto la figlia Agatina, il diplomatico dottor Librando, che si era trasferito in Danimarca portandosi appresso la ragazza, vissuta nell’infanzia a Sofia, Bulgaria, sempre al seguito degli incarichi paterni.
Quel servizio per la tavola, decorato con fiori minutamente raffigurati seguendo le illustrazioni di un libro di botanica, sarà l’esordio verso un futuro di soddisfazioni. Agatina Librando Mileto ha ora novant’anni e ancora realizza preziosi oggetti. Di più, con le figlie Anna Eloisa e Angela Francesca ha fondato nel 1981 un’impresa manifatturiera e una scuola d’arte, reificando un successo imprenditoriale tutto al femminile, specchio del made in Italy. Orgogliosa e arguta, l’artista ha presenziato alla “vernice” della sua mostra ospitata nel luogo più appropriato: l’affascinante museo Boncompagni Ludovisi dedicato alle arti decorative, il costume e la moda (“Tradizione e innovazione – L’arte della ceramica Mileto, a cura di Matilde Amaturo, Anna Aloisa Mileto e Beatrice Savelloni, via Boncompagni 18, Roma, fino al 2 marzo).
Nelle teche incantano i decori usciti dalla sua paziente opera: e sono cardi o roselline, ma anche vedute di Roma, suggestioni orientali, Madonne del Rinascimento. Scandiscono le epoche della sua vita. La “vocazione” le scaturì dalla visita, a Copenaghen, alla Manifattura Reale. L’ingresso nella fabbrica delle porcellane di Sua Maestà fu un avvenimento catartico. L’aiutò la governante di famiglia a scalfire le resistenze del padre. Agatina prende lezioni di pittura su ceramica, poi è istruita da Inge Hoff, celebre decoratrice della Royal Copenaghen. Arriva a cimentarsi proprio con lavori per la manifattura reale, riproducendo la Flora Dunica, enciclopedia botanica settecentesca. Un bagaglio di acquisizioni artistiche, tecniche e scientifiche che la decoratrice si porterà appresso al suo rientro in Italia, negli anni Cinquanta.
Abita a Roma, ma conosce bene le tradizioni più blasonate del Settecento, la manifattura di Sèvres, quella di Meissen. Nel salone della Casa Museo Boncompagni sono esposte opere che si riferiscono alle origini fondative della porcellana dell’Occidente: ecco la preziosa lampada da tavolo nel tono più squillante del verde, ecco gli “ovetti” ammalianti, con bouquet di fiori europei. Ma ecco anche le vedute di Roma, omaggio alla città dove è infine approdata, realizzate con precisione millimetrica. Ben si inseriscono nel Salone decorato con il trompe l’oeil che riproduce scorci del giardino di villa Ludovisi. E paiono dialogare con la “domina” della Casa Museo, bella, raffinata ed elegante nell’abito lungo color indaco così come appare nel ritratto a tutta figura.
È Alice Blanceflor de Bildt che sposò nel 1924 il principe Andrea Boncompagni Ludovisi. Morì nel 1972 e diede disposizione testamentaria di donare il villino di via Boncompagni allo Stato Italiano. Dunque, le ceramiche Mileto si interfacciano con quelle storiche della principessa Blanceflor. Servizi firmati da Rosenthal, Ginori, Clerici ma anche Meissen e porcellane cinesi del Settecento. Fino a un completo di tazze inventato da Leoncillo e ad altri pezzi usciti dalle mani di Duilio Cambellotti, Arturo Martini, Guelfo arrivati dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna alla quale il museo era affidato fino al 2014 per poi essere inserito nel Polo Museale del Lazio.
Nel Salone campeggia anche il tavolo da lavoro di Agatina Mileto, che squarcia le fasi di preparazione dei manufatti, realizzati con una tecnica importata in Italia dalla Danimarca. Si chiama del “terzo fuoco” o “piccolo fuoco”: è il terzo passaggio dell’oggetto in forno, a una temperatura più bassa, a fissare il decoro. Si opera perciò su una superficie già cotta e invetriata. Il colore va steso per velature progressive e non ammette errori. Allora sul tavolo è possibile notare la finezza dei pennelli che permettono di ottenere delicatissime miniature, la lente d’ingrandimento, le polveri di pigmenti e i leganti grassi, la matita per abbozzare il disegno, le pezze di stoffa destinate a pulire i pennelli, i modelli da cui trarre ispirazione, le tavole botaniche.
5 marzo 2025
28 febbraio 2025