Un carrello della spesa, carico di prodotti alimentari e di palloncini gonfiabili, in volo nel cielo, tra le mongolfiere. Tra tutte le opere della mostra "L'arte di due intelligenze complici" che ha aperto l’annuale convegno sui consumi di Nielsen IQ e Linkontro, “Il carrello dei sogni” è di sicuro quello che meglio rappresenta l’auspicio delle centinaia di sponsor che si sono dati appuntamento a Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari. La spesa prende il volo, e il guadagno anche. Rocco Tanica fa centro.
Pseudonimo di Sergio Conforti, noto soprattutto come tastierista degli Elio e le Storie tese, Tanica è tante cose: compositore, comico, autore televisivo italiano e da un po’ di tempo anche illustratore di immagini realizzate con l'intelligenza artificiale.
“Tutte le opere della mostra, che sono state commissionate dai grandi gruppi di generi di consumo, sono state create con l’intelligenza artificiale”, racconta a MAG1861.
Per Tanica, che si firma RoTa, è la prima volta: “Non avevo mai esposto i miei lavori. E’ la mia prima mostra. Sono emozionato e mi godo il momento”. Poi aggiunge: “Dopo aver preso una pausa a tempo indeterminato dalla musica, che pensavo fosse l’unica arte che mi interessasse, sono nati tanti piccoli, medi e grandi amori: per la fotografia, l’illustrazione, la scrittura e l’intelligenza artificiale applicata”.
Da dove cominciare? “Esistono centinaia di piattaforme che consentono di realizzarle e spesso differiscono per strumenti e risultato. Nella pratica funziona così: tu dici alla macchina cosa vuoi realizzare e lei fa delle proposte. Più sei preciso più la macchina si avvicina al tuo desiderio”.
I risultati generati sono immediati ma poi inizia il lavoro. "Per ottenere “Il carrello” ho impiegato quasi 20 ore. Non so se per mia imperizia o per problemi tecnici ma facevo fatica a farlo volare. Nonostante io gli dicessi che doveva volare in leggerezza. L’ho risolto con un prompt, un’istruzione, in cui ho attributo un valore alla specifica richiesta. Più alto è il valore, più la macchina capisce quale aspetto preferire”.
Ma allora dove inizia e dove finisce l’artista? “L’idea è della persona, l’obiettivo anche. E così tutte le modifiche che vengono apportate per ottenere un certo risultato. Alla base c’è sempre la creatività”. Semplificando – spiega ancora Tanica, “ricorda un po’ la differenza tra la vecchia macchina fotografica e la digitale automatica. Tutti possono realizzare immagini con l’Ai, ma ciò che conta davvero è l’apporto umano”.
“L’idea è della persona, l’obiettivo anche. E così tutte le modifiche che vengono apportate per ottenere un certo risultato. Alla base c’è sempre la creatività”
“Italianità” e “tradizione”: sono questi i valori di cui si sentono portatori i brand che commissionano le opere a Tanica vogliono trasmettere. “In diversi casi ho pensato alle opere caravaggesche, come nel caso dell’albero delle margherite di CRAI. Ho dovuto, quindi, spiegare al software come sono i quadri del Caravaggio e il modo in cui l’artista usava la luce”.
Usare l’intelligenza artificiale – è convinto Tanica – non è un limite, né un peccato: “L’importante è esplicitarlo. Il peccato di insincerità è di coloro che sfornano opere senza dire che hanno usato L’AI”. E arriverà presto – prevede l’artista - il momento in cui saranno comuni le tecniche miste. Esiste già nell’arte questa tendenza. La commistione di generi non ha mai dato cattivi frutti, la stagnazione sì”.
Quella per l’illustrazione non è un’infatuazione nuova. “Ho sempre disegnato con gioia e con piacere dedicandomi al tratto singolo: di penna, di matita. Non mi interessa il colore. Ho smesso di colorare dopo aver terminato la scuola materna”. Alle immagini ha sempre riservato un’attenzione particolare anche con gli Elii: “Ho ideato alcune copertine dei nostri album, a iniziare da quella dell’album “Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu” del 1989. Sulla cover c’è un ragazzo senegalese con un caschetto biondo da nordeuropeo e con indosso una camicia di pizzo”.
Usare l’intelligenza artificiale non è un limite, né un peccato
“Per realizzarla - ricorda divertito – siamo partiti dalla camicia, poi abbiamo cercato una modella che avesse quell’ovale e poi abbiamo individuato il ragazzo senegalese. Potrebbe sembrare il risultato di un fotomontaggio, ma in realtà l’immagine è stata realizzata con un software, già usato allora in qualche pubblicità ma ancora poco conosciuto ai più. Nell’89 era una sfida decisamente entusiasmante”.
L’album è un successo, e la copertina piace. E così Rocco Tanica ci riprova. Questa volta si cimenta con la cover di “Italyan, Rum Casusu Çikti”, del 1992. “Non so se l’ispirazione arrivò da un sogno che feci da bambino o dai peperoni che avevo mangiato la sera prima, ma mi venne l’idea di raffigurare una mucca bipede. Una mucca che si reggeva su piedi umani, di un nostro amico, per la precisione. Erano perfetti”. “In generale – precisa – sono stato quello a cui interessava di più la materia delle copertine ma tutti erano portatori delle consulenze”.
Come ogni appassionato, anche Tanica ha i suoi maestri: “Ho tanti illustratori di riferimenti: sono figlio del fumetto e ammiro tantissimo Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Carl Barks”.
Ma soprattutto “sono un malato del Canaletto perché la sua precisione quasi fotografica mi sconcerta e mi commuove. Ho trascorso intere giornate in giro per musei per potere studiare le opere”.
Non utilizzare ChatGpt: è troppo secchione, politicamente corretto, garantista, non si fa scucire nessuna informazione sconveniente
Poi un messaggio: “Invito tutti a non considerare l’illustrazione e l’intelligenza artificiale un settore riservato a pochi. Fate prove, sperimentate, usate l’intelligenza artificiale nelle immagini, nella scrittura. Fate un’iscrizione di prova gratuita. E’ gratis e divertente, perché rinunciarci?”.
Ma non tutte le applicazioni vanno bene, mette in guardia l’artista: “Non utilizzare ChatGpt: è troppo secchione, politicamente corretto, garantista, non si fa scucire nessuna informazione sconveniente. Il suo grande limite è la programmazione specifica che è stata fatta per poterlo diffondere. Non condivido che un media così aggressivo di cui a breve le persone inizieranno affidarsi ciecamente è così progettato”.