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10 ottobre 2024
di Laura Antonini

They love Sofia

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L’italianità più autentica nelle sue origini partenopee, nel modo di recitare, nello sguardo intenso e nel suo aspetto così mediterraneo, statuario e sensuale che non ha mai perso di fascino. Sophia Loren, che da pochi giorni ha compiuto 90 anni, con la sua tenacia e capacità di arrivare, incarna anche il sogno americano.

 

Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone, come si chiamava prima che l’incontro con il produttore Carlo Ponti la trasformasse in Sophia Loren, non poteva immaginare cosa il destino le avrebbe riservato ma il seme di Hollywood era presente nella sua vita fin dai tempi della sua infanzia a Pozzuoli. Romilda Villani, la bellissima madre, aveva partecipato e vinto un concorso come sosia di Greta Garbo e avrebbe dovuto volare proprio negli Stati Uniti per essere la sua controfigura mentre la piccola Sophia amava frequentare le sale cinematografiche, immergersi nelle storie d’oltreoceano per evadere dalla dura realtà dell’epoca. Un destino segnato che con una carriera fulminea avviata negli anni Cinquanta, la portarono appena ventisettenne a vincere il Premio Oscar come miglior attrice protagonista del film “La ciociara” di Vittorio De Sica. Un vero primato – l’Academy fino ad allora non aveva conferito mai la statuetta ad un interprete di un film non recitato in inglese – e un sicuro lasciapassare per Hollywood. Interprete della moderna femminilità italiana del dopoguerra Sophia Loren era diva e madre.

 

 

La risposta italiana a Marilyn Monroe, una femme fatale energica, presto contesa tra Cinecittà e Hollywood. A volerla assieme a Dino Risi, Mario Monicelli, Ettore Scola e Vittorio De Sica ci sono Anthony Mann (El Cid, 1961) e Charlie Chaplin con cui, ormai ottantenne, verrà immortalata su una delle cinque copertine che la rivista “Life” le ha dedicato. Celebri poi le pellicole dove Sophia fa coppia con alcuni dei più grandi attori statunitensi. Eccola con Cary Grant che la chiese anche in sposa in “Un marito per Cinzia”; con Gregory Peck  in “Arabesque” di Stanley Donen, o ancora con John Wayne in “Timbuctù”. Ancora indimenticabile con Clark Gable nel 1960 in “La Baia di Napoli” dove nel ruolo di una ragazza madre di Capri, Lucia Curcio, danza sulle note di “Tu vuò fa’ l’Americano” di Renato Carosone.

 

Qualche anno più tardi, nel 1965, arriva una nuova candidatura all’Oscar per il suo ruolo in “Matrimonio all’italiana” di De Sica, nel 1991 l’Oscar alla carriera e nel 1994 la mattonella numero 2000 della Walk of Fame al 7060 dell’Hollywood Boulevard. Ma nel palmares stelle e strisce di Sophia Loren non mancano due Golden Globe e un Academy Visionary Award. E ancora nel 2020 è protagonista della pellicola diretta dal figlio Edoardo Ponti, “La vita davanti a sé” che le è valsa la presenza sul “New York Times” nella shortlist delle migliori attrici. Il film ha anche ottenuto diverse nominations agli Oscar e ai Golden Globes, è entrato nella top 10 di Netflix in ben 37 Paesi, e ha vinto il David di Donatello per la miglior interpretazione. 

 

Eclettica e sensuale Loren ha sedotto l’America con la sua bravura anche oltre il grande schermo. Appassionata di cucina, negli anni Settanta ha firmato il bestseller “In cucina con amore” (In the Kitchen With Love) uno dei primi libri che vedono una diva ai fornelli inaugurando di fatto il filone di un vero e proprio genere letterario il “celebrity cookbook”.

 

Regina dei due mondi, Sophia Loren ha sempre mantenuto vivo il legame con l’America che ora in occasione dell’importante compleanno la festeggia a Los Angeles con la retrospettiva “Sophia Loren: la Diva di Napoli”. Prodotta da Cinecittà con l’Academy Museum of Motion Pictures, la retrospettiva rende omaggio nel museo dell’istituzione cinematografica più prestigiosa al mondo ai lavori dell’attrice dal 7 al 30 novembre. Il giorno prima, l’Istituto Italiano di Cultura taglia il nastro di una mostra fotografica sull’attrice. Le celebrazioni si chiudono a Santa Monica, con un concerto del tenore Pasquale Esposito diretto dal Maestro Carlo Ponti, primogenito della diva e del produttore Carlo Ponti. 

 

Ad inaugurare la manifestazione ci sarà la proiezione de “La ciociara” di Vittorio De Sica, quindi sarà la volta de “La vita davanti a sé” di Edoardo Ponti. Tra le pellicole che saranno proiettate anche film che negli Stati Uniti non hanno avuto una grande visibilità come “Miseria e nobiltà” di Mario Mattoli e “Il segno di Venere” di Dino Risi, in cui l’interprete muove i suoi primi passi nel cinema, accanto a titoli come “Ieri, oggi e domani”, “Matrimonio all’italiana” e “Una giornata particolare” che hanno segnato le sue storiche collaborazioni con Vittorio De Sica e Marcello Mastroianni, e propone inoltre tre nuovi restauri in 4K curati da Cinecittà: “L’Oro di Napoli” di De Sica, che sarà presentato in anteprima americana; “Sabato, domenica e lunedì” di Lina Wertmüller, che sarà proiettato in anteprima mondiale nella versione televisiva originale, tratta dalla commedia di De Filippo, e “Peccato che sia una canaglia” di Alessandro Blasetti, film che segna un doppio esordio per l’attrice: il primo ruolo importante nonché la prima pellicola al fianco di Mastroianni. L’omaggio include anche altri due restauri in 4K: “Arabesque” (1966) di Stanley Donen, e “Prêt-à-Porter” (1994) di Robert Altman.

 

 

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