Designer, architetto, storico e teorico, insignito di tre Compassi d’Oro (di cui uno alla carriera) Andrea Branzi è stato una figura poliedrica e radicale, autore di un pensiero progettuale che ha attraversato le arti applicate. A questa dimensione e alla sua alla produzione di gioielli e oggetti in argento e oro la Galleria di 10·Corso·Como dedica dal 18 dicembre al 26 febbraio la mostra “Andrea Branzi. Civilizations without jewels have never existed”.
A cura di Alessio de’ Navasques e realizzata in collaborazione con Nicoletta Morozzi e Lorenza Branzi e con le gallerie Casa Argentaurum e Friedman Benda la rassegna, ad un anno dalla scomparsa dell’architetto, espone una serie di gioielli in oro e argento, Silver & Gold, e oggetti in argento e legno di betulla, Silver & Wood, realizzati in Belgio nella seconda metà degli anni ’90 e raccolti in una mostra retrospettiva al Design Museum di Gand nel 1998.
Cuore dell’allestimento sono i gioielli, ghirlande in oro e argento, corone e collier che “incorniciando il corpo umano in un paesaggio, ne segnano l’aura con foglie ed elementi naturali, ad evidenziare quella dimensione mistica dell’ornamento nel suo significato primordiale, come mezzo che avvicina l’uomo al divino.”, come scrive Alessio de’ Navasques nel testo che accompagna la mostra.
Il titolo stesso del progetto espositivo richiama un assunto di Branzi pubblicato in un articolo apparso sulla rivista Interni nel novembre 2005: “se sono esistite società senza città e senza architettura, non sono mai esistite società senza gioielli; perché essi sono soprattutto il segno evidente di una elaborazione magica della persona umana, e il simbolo della ricerca di un segreto ordine nelle leggi del cosmo.”
La mostra ricostruisce anche la relazione speciale intessuta con il Belgio tra i primi anni Novanta e la metà dei Duemila, con committenze private e istituzionali, attraverso gli oggetti ibridi - scatole e lampade scultoree - in cui l’uso di legno e pietra sembra voler sanare le distanze tra scienza e natura, a quelli in argento in cui gli elementi del servizio da tè tradizionale sono tradotti in forme lineari con intersezioni di rami e frammenti vegetali.
Ad evidenziare le linee di continuità dell’incessante e onnicomprensiva riflessione del designer sulla tensione tra modernità e natura, sono presenti in mostra esemplari originali della celebre serie di sedute Animali Domestici - ideata a metà degli anni Ottanta - in dialogo con le più recenti Stones 2A - già parte della mostra Trees & Stones alla galleria Friedman Benda di New York nel 2012, dove tronchi e pietre come elementi di un’archeologia preumana si rapportano a materiali industriali - e Germinal Bench del 2022, in cui l’uso delle canne di bambù, paragonato da Branzi ad una foresta di canne d’organo, riverbera il concetto della natura come forma di architettura infinita.