L’auto storica ha molto da dire. Ci racconta chi siamo e da dove veniamo. Ne è convinto Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano (ASI), secondo cui "non solo l'auto vintage ma tutti i veicoli storici in generale, sono i testimoni di oltre un secolo di storia ed evoluzione in ambito motoristico e oltre. hanno contribuito, infatti, allo sviluppo sociale, culturale, tecnologico ed economico dell'intera umanità”.
Il veicolo storico è quasi un bene culturale dunque
“Ciò che l’Unesco identifica come bene culturale è che sia frutto di un atto creativo e opera dell’ingegno umano. Altra caratteristica necessaria è di aver avuto un peso nella storia dell’uomo: i veicoli hanno contribuito in maniera determinante alla mobilità individuale e ai trasporti, al lavoro e al benessere economico, fino all’emancipazione sociale. C’è poi la necessità di aver avuto un peso nel paesaggio e nell’urbanistica (si pensi alle strade e alle infrastrutture per la viabilità), di aver avuto un peso nello sport (quante le competizioni motoristiche) e di aver avuto un ruolo nelle arti figurative (auto e moto sempre protagoniste nel cinema e nella fotografia. Se consideriamo questi parametri allora sì: sono convinto che l’auto d’epoca sia un bene culturale”.
E’ una passione per così dire di nicchia. Quali sono i numeri del fenomeno?
“In realtà in Italia il motorismo storico si conferma un settore di grande rilevanza: genera un indotto di 2,2 miliardi di euro l’anno a favore della filiera produttiva e professionale e del turismo. In media, ogni appassionato spende annualmente circa 3.700 euro, così ripartiti: 2.500 euro per la manutenzione e l’uso del veicolo, 650 euro per la partecipazione ad eventi e il rimanente per altre voci come l’iscrizione a club, l’acquisto di libri, riviste e documentazione storica e molto altro”
Chi è l’appassionato di auto d’epoca?
"Il nostro è un mondo davvero eterogeneo e trasversale, animato da persone di ogni genere, età ed estrazione sociale. Ciò che le unisce è la passione per la storia (o le storie) che i veicoli portano con sé: chi ama la tecnica pura, chi lo stile e il design, chi trova nel mezzo qualcosa di se stesso o delle proprie origini. C'è sempre un profondo legame personale con il veicolo storico posseduto o sognato. Tanti vivono questa passione in maniera intima e quasi segreta, ma la maggior parte delle persone coinvolte ama viverla e condividerla con gli altri trasformando ogni viaggio, ogni ritrovo in una festa. Per questo amo definire il motorismo storico come un volano di valori positivi".
Qual è l’auto storica più rappresentativa della nostra società, quale la più venduta e quale la più costosa
"Partiamo dalle domande più facili. Quella più costosa è notizia recente: una Mercedes-Benz venduta a 135 milioni di euro. Quella più venduta credo corrisponda a quella più diffusa: la nostra iconica e intramontabile Fiat 500. Ma numerosi scambi coinvolgono, a livello internazionale, anche i vari modelli di Alfa Romeo, Porsche, Ferrari. Identificare l'auto più rappresentativa è invece più complicato. Credo siano molte, suddivise nelle varie epoche e con differenti motivazioni. Volendo dare maggiore rilevanza alla mobilità individuale, penso alle tante utilitarie del secondo dopoguerra per ricadere, ancora una volta, sulla italianissima 500".
L’impatto ecologico non è elevato perché queste auto sono poche e circolano poco. Ci sono anche dei carburanti ‘eco’ che però non sono economici. Considerato lo scarso uso che si fa di queste auto avete mai pensato di convertirvi al biocarburante?
"Ogni soluzione utile al miglioramento o alla difesa del clima e dell'ambiente va presa in considerazione. I biocarburanti sembrerebbero una buona alternativa per l'autotrazione in generale. Per i veicoli storici credo non sia necessario il loro utilizzo, in primo luogo perché circolando poco sarebbe del tutto ininfluente ai fini delle emissioni, poi perché l'uso di questa tipologia di combustibile porterebbe a modifiche o deterioramenti delle parti meccaniche che invece vanno mantenute nel rispetto della loro completa originalità".
Le auto d’epoca sono anche testimoni all’estero del Made in Italy
“Il motorismo storico ha conquistato un suo spazio tra le eccellenze del made in Italy esportate in tutto il mondo. Il patrimonio storico del motorismo italiano ha valore identitario e culturale e rappresenta un importante volano di sviluppo per il sistema Paese.
Se ne stanno accorgendo anche le istituzioni, che proprio con l’Automotoclub Storico Italiano hanno siglato protocolli di intesa e partnership strategiche. I Ministeri delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, del Turismo e della Cultura hanno patrocinato l’iniziativa “ASI Circuito Tricolore”, votata alla conoscenza dei territori tramite eventi dedicati ad auto e moto storiche. Il dicastero della Cultura, inoltre, si sta impegnando a fianco del Comune di Pesaro e del Sindaco Matteo Ricci per la realizzazione del primo museo nazionale della motocicletta, nel quale ASI inserirà la sua preziosa Collezione Morbidelli salvata nel 2020 da un concreto rischio dispersione all’estero.
Sono ormai a pieno regime le intese con ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e con l’Associazione Città dei Motori, con gli Stati Generali del Patrimonio Italiano e con l’Istituto Nazionale dei Castelli”.
A che punto siamo sul piano della tutela?
“In Italia siamo all’avanguardia nella tutela dei veicoli storici. Il nostro Paese è la culla della motorizzazione mondiale e da qui derivano la nostra cultura e il nostro rispetto per queste opere d’arte in movimento, che ci hanno portati a definire il confine tra vecchio e storico con il Certificato di Rilevanza Storica, riconosciuto dallo Stato tramite l’articolo 60 del Codice della Strada. Si fonda sui principi fondamentali di anzianità, originalità, stato di conservazione e utilizzo responsabile di ogni singolo esemplare, che per guadagnarsi lo status di veicolo storico viene visionato da enti certificatori, come ASI, anch’essi identificati dalle normative nazionali”
Quali sono i prossimi appuntamenti di ASI
"Dopo l'estate ci attende un autunno davvero ricco di iniziative, a partire dalla Giornata Nazionale del Veicolo d'Epoca, che sarà celebrata domenica 16 ottobre, in tutta Italia, dai nostri club e dagli appassionati per dimostrare al grande pubblico la bellezza del motorismo storico in tutte le sue forme. All'inizio di settembre e nei primi due weekend di ottobre sono in programma tre bellissimi ASI Show: quello della nautica al Lago di Garda, quello dei veicoli industriali nella Repubblica San Marino e quello delle auto sulle strade della Puglia e sulle piazze delle principali città della Regione. Saranno occasioni uniche per le quali allestiremo dei veri e propri musei a cielo aperto".
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