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28 febbraio 2025
di Laura Antonini

Omaggio a Cristina Roccati, donna tra le stelle

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A pochi giorni dalle celebrazioni per l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, sono tante le iniziative e gli eventi messi in piedi per ricordare anche figure femminili emblematiche del passato. Già da dicembre a Rovigo (e fino al prossimo 21 aprile) si ricorda con una bella mostra a Palazzo Roncale la figura di Cristina Roccati, la terza donna a laurearsi al mondo e la prima “fuori sede” della storia.

C'è anche lei assieme ai nomi più noti dell'astronomia e della scienza tra i nomi dei 34 mini-telescopi del futuro satellite che verrà lanciato in orbita nel 2026 nell’ambito del progetto PLATO dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), la cui missione è individuare pianeti extrasolari simili alla Terra. Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in collaborazione con l’Accademia dei Concordi e il Comune di Rovigo, con la curatela scientifica di Elena Canadelli, da una idea di Sergio Campagnolo l’esposizione racconta di questa ragazza che  “osò studiare”, andando da Rovigo, che nel ‘700 contava su una popolazione di all’incirca 5 mila abitanti e su un’economia non certo tra le più fiorenti, a Bologna per studiarvi all’Università.

 

Ancora più incomprensibile, e forse scandaloso, parve l’oggetto dei suoi studi: materie che esulavano dalle competenze proprie “delle donne”. Anche se si era nel secolo dei Lumi, le università continuavano a essere palestra esclusiva per maschi benestanti. “In un mondo senza donne come quello della scienza dell’epoca – racconta la curatrice Elena Canadelli – la Roccati si laureò nel 1751, appena diciannovenne, e l’anno successivo si trasferì a Padova per continuare la sua formazione con lo studio dell’astronomia e della fisica di Newton.

La sua carriera era in realtà iniziata dalla poesia erudita e d’occasione, composta per esempio per le nozze di personalità di spicco, un’attività che l’aveva fatta apprezzare non solo nella sua città natale, ma anche a Bologna e in altre accademie d’Italia. Amica dell’influente letterato rodigino Girolamo Silvestri, fu accolta nell’Accademia dei Concordi di Rovigo, importante cenacolo culturale e scientifico del tempo. Costretta a lasciare Padova già nel 1752, a causa dello scandalo finanziario in cui era stato coinvolto il padre, la giovane Roccati si dedicò da quel momento all’insegnamento della fisica nella sua città natale, rivolgendosi principalmente ai membri dell’Accademia dei Concordi, che nel 1754 la nominarono, non senza proteste e persino dimissioni polemiche, loro “Principe”.

 

“Dopo le vivaci esperienze a Bologna e Padova, la vita di Cristina Roccati trascorse sempre a Rovigo, dove portò la scienza galileiana e la fisica newtoniana, in lezioni che ci sono pervenute fino ad oggi e che ci restituiscono uno spaccato della scienza e della società del tempo”, continua Canadelli.  La mostra è quindi un percorso espositivo incentrato sulla riscoperta di questa figura femminile ma racconta anche alcuni aspetti storici e scientifici del Settecento, il secolo della ragione e dell’Encyclopédie, di Voltaire e della Rivoluzione francese, si sofferma sulla diffusione delle teorie di Newton tra i non addetti ai lavori e sulla meraviglia suscitata da fenomeni naturali come l’elettricità.

“Come per molte donne dell’epoca, dopo la sua morte un velo si è posato sulla sua vita e sulla sua opera, un velo che la mostra a Palazzo Roncale vuole sollevare per ripercorrere attraverso di lei i rapporti tra la scienza, la società e il ruolo delle donne nel secolo dei Lumi. A lungo le donne sono state escluse da percorsi istituzionali in campo scientifico e anche oggi il tema della presenza/assenza delle donne nella scienza continua a fare riflettere e discutere, con il permanere della disparità di genere nelle materie scientifiche”.

 

 

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