Il profumo del mare si respira appena scesi dal treno. Santa Marinella, ore 9.50. Camminiamo per le vie del centro. Ci sono le onde, il mare è mosso. Il caldo torrido di Roma – distante poco più di 60 chilometri – lascia spazio a un vento fresco che arriva dal lungomare. Il ristorante “Al Porticciolo” si trova nel porto turistico di Santa Marinella, accanto alla Guardia Costiera, e qui è una piccola istituzione. Così come lo chef Enzo Alfieri che con passione e creatività combina materie prime locali, fresche e di stagione, per creare una vera e propria esperienza culinaria per cittadini e vacanzieri che ogni giorno si siedono nel locale sotto l’ombra del Castello Odescalchi. Qui, come anche negli altri ristoranti dove ha cucinato nei suoi 40 anni di attività, sono passati un po’ tutti, campioni, cardinali, capitani d’industria, politici, artisti.
Nella chiacchierata con Enzo – oltre all’amore per la cucina, alla grande passione per il suo lavoro e all’umiltà ("non sono una star, faccio solo il mio lavoro e cerco di farlo al meglio, per far stare bene gli altri") – emerge un particolare: è uno chef che porta bene. Alla fine degli anni ’80, quando Enzo lavorava all’hotel Fenici di Santa Severa, ha servito a tavola Oscar Luigi Scalfaro sia Carlo Azeglio Ciampi, stessa sera, stesso tavolo. All’epoca il primo era il ministro dell’Interno nel governo di Bettino Craxi, Ciampi era il governatore della Banca d’Italia. Entrambi, “dopo” l’incontro con lo chef, diventeranno presidenti della Repubblica (Scalfaro dal 1992 al 1999 e Ciampi dal ’99 al 2006). Una coincidenza curiosa. "È stata una botta di fortuna", racconta Enzo. "Alloggiavano nell’hotel a Santa Severa dove lavoravo e ho avuto l’onore di cucinare per due presidenti della Repubblica".
Parla della Dea Bendata, Enzo. Di coincidenze e di incontri è costellata tutta la sua esperienza professionale. Quando lavorava a Riva di Traiano, il Porto Turistico di Civitavecchia, alla sua tavola si è seduto il cardinale Giovan Battista Re, da sempre uomo molto vicino a Papa Giovanni Paolo II e decano del collegio cardinalizio. "È stato due volte nel conclave, ma purtroppo non è diventato Papa. Peccato", dice sorridendo Enzo mentre il riflesso della luce del sole nell’acqua fa brillare l’insegna del ristorante. Ha portato bene a molti clienti, e non solo italiani, tra questi il pugile statunitense Marvin Hagler, ininterrottamente campione del Mondo dei pesi medi dal 1980 al 1987.
Fece anche l’attore. Interpretò il personaggio di un marine nei film “Indio” ed “Indio 2”. Nel 1997 fu al fianco di Terence Hill nella pellicola “Potenza virtuale”. Hagler svolse poi il ruolo di commentatore tecnico di pugilato per la tv britannica. "Era l’idolo di tanti pugili", ci ricorda lo chef che all’epoca lavorava al Jackie O’, il locale in via Boncompagni, a due passi da Via Veneto, a Roma. Siamo a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni ’90 (l’Italia nel 1982 alzava la Coppa del Mondo). È al Jackie O’ che Enzo conosce Hagler. Ne ricorda un particolare: "Dopo aver cenato alla Graticola doveva andare in discoteca e scese da noi per prendere lo stesso vino che aveva usato durante il pasto. Mentre il maître si occupava del vino io ho chiesto chi fosse quel signore così elegante". "Marvin Hagler, il pugile", mi risponde. Allora io mi rivolgo allo sportivo: "Vogliamo fare a cazzotti?". Lui mi fa il segno del denaro. "Allora è vero – gli dico sorridendo – sei Marvin Hagler".
Altri grandi sportivi sono stati da Enzo a Villa Miani, a via Trionfale, a pochi passi dallo Zodiaco, come i calciatori della Roma in una storica serata con Carlo Mazzone allenatore e un giovane Francesco Totti a inizio carriera. Diventerà il “Capitano“, unico, inimitabile e assoluto protagonista del mondiale del 2006 con gli “Azzurri” campioni del mondo. Ma in quella serata di tanti anni prima era ancora solo Francesco, il gioiello del settore giovanile prestato alla prima squadra. Lo chef ricorda quella cena e un aneddoto: "C’era anche Antonello Venditti che, nel corso della serata, si è messo a suonare il piano".
Al suo tavolo anche calciatori della Lazio. "Non faccio differenziazioni, io tifo per il Napoli". Allo Sporting Club di Riva di Traiano sono passati negli anni Tommaso Rocchi, bomber biancoceleste tra il 2004 e il 2013, con la moglie e i figli. "Di lui mi hanno colpito il garbo e l’educazione". Nello stesso periodo ha cucinato per il fantasista Giuseppe Sculli e il centrocampista belga di origine congolese, Gaby Mudingayi, il presidente della Lazio Claudio Lotito. "Era il primo giorno nel quale gli era stata assegnata la scorta", ricorda. "Andai al tavolo e lui mi disse: “È vero che sei della Roma?”. “No, sono del Napoli”. E lui: “Bene, almeno abbiamo gli stessi colori”". Aveva acquistato la Lazio poco prima su invito dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con cui aveva un rapporto di amicizia. Lotito diventerà poi anche politico proprio in Forza Italia: oggi è senatore. Di FI anche un altro dei clienti dello chef. "Anche Maurizio Gasparri ha provato i miei piatti", racconta.
L’elenco è lungo. Ne fanno parte anche il manager delle star Lucio Presta, Paola Perego e Amadeus, conduttore e direttore artistico dell’ultimo festival di Sanremo. La chiacchierata è lunga, gli aneddoti sono tanti. Sono quasi le 12, camerieri e cuochi devono pranzare, perché tra poco si apre al pubblico. Enzo insiste: rimanete a pranzo con noi. Non ce lo facciamo ripetere due volte. Prepara due piatti veloci, ma buonissimi: la Gallinella all’acqua pazza e un Fragolino, sempre pesce rigorosamente locale e di stagione, al Vermentino.
Durante il pranzo chiediamo se, oltre ai personaggi dello spettacolo, ha servito degli artisti. Enzo cita Ugo Attardi e un ricordo personale. ("Al mio matrimonio, al quale lo avevo invitato, mi fece un quadro con una dedica particolare: io questo quadro ancora ce l’ho e per me è stato un grande onore conoscerlo. Oggi non c’è più: era un grande artista, ma anche una persona semplicissima"). Tra artisti ci si intende. "Perché un buon trasmettere emozioni, esperienze, non lascia indifferenti. E la cosa più bella è veder sorridere i clienti".
Siamo ancora seduti nel locale. I piatti sono ancora adagiati sui tavolini di legno e noi sistemati sulle sedie azzurro mare. Il ristorante è accogliente e anche i proprietari si siedono con noi a parlare. Hanno aperto nel 2020, in piena pandemia. Era l’anno delle mascherine, del distanziamento sociale. Oggi Santa Marinella vive un’altra stagione, quasi un Rinascimento. "Ora c’è serenità e soprattutto il fine settimana abbiamo il locale pieno. Tanti italiani, ma anche turisti stranieri pronti ad assaporare il cibo del nostro mare", spiega Nazar, figlio di Michele Esposito proprietario de “Al Porticciolo”. Nazar ha una storia particolare che si intreccia ai giorni nostri: è ucraino, come la mamma. Dopo il Covid è arrivata la guerra e loro si sono rimboccati le maniche e hanno aiutato i loro connazionali: "Abbiamo dato lavoro a tanti ucraini, ma anche ai russi. Noi non facciamo differenze", dice Nazar.
Il servizio è finito, e il pranzo è servito.