Nella storia della moda italiana contemporanea ci sono nomi non sempre noti al grande pubblico a cui si deve molto del modo di concepire oggi il guardaroba. Uno di questi è sicuramente Walter Albini a cui adesso la Fondazione Museo del Tessuto di Prato dedica fino al 22 settembre 2024 una bellissima retrospettiva. Walter Albini. Il talento, lo stilista, a cura di Daniela Degl’Innocenti ed Enrica Morini, con 300 oggetti, molti dei quali inediti, tra disegni, fotografie, bijoux, tessuti e abiti, racconta infatti oltre un ventennio di produzione di un pioniere assoluto del Made in Italy, stilista, padre nobile del prêt-à-porter e del total look.
Prima illustratore quindi collaboratore come stilista freelance con icone come Krizia, Baldini, Billy Ballo, Cadette, Paola Signorini, Princess Luciana, ha aiutato a consolidare il gusto della moda italiana fatta di creatività nella costruzione sartoriale e sperimentazione dei materiali, di contaminazione dei generi con l'intuizione di capi per lui che potevano essere indossati anche da lei ma anche di ironia. Nato a Busto Arsizio (Varese) nel 1941 e scomparso a soli 42 anni, Albini rivive così con la sua moda negli oltre mille metri quadrati del museo del tessuto di Prato dove per la prima volta, sono affiancati materiali grafici come disegni, bozzetti, fotografie e riviste di moda, abiti, accessori e tessuti mai esposti prima. I pezzi, provenienti dalla collezione Walter Albini del museo del Tessuto, acquisita grazie a una donazione di Paolo Rinaldi (collaboratore di Albini) è pervenuta al Museo tra il 2014 e il 2016: 1.700 oggetti. Ma in rassegna ci sono anche prestiti provenienti da istituzioni pubbliche come il centro studi e archivio della comunicazione dell'Università di Parma e Palazzo Morando di Milano, e da privati, come la collezione Carla Sozzani.
“La figura di Walter Albini è stata oggetto di una ricerca puntuale e di uno studio interdisciplinare che hanno potuto avvalersi di documenti archivistici inediti, utili a ricondurre nella cultura del suo tempo – racconta Daniela Degl'Innocenti, co-curatrice della mostra - La formazione giovanile di Albini, unita a un eccezionale talento naturale, lo vedono protagonista di quella progettualità che, in parallelo allo specializzarsi dell'industria, gli ha permesso di tracciare le linee guida del prêt-à-porter italiano e di costruire, con l'esperienza, l'immagine dello stilista. Oltre ogni mito, il suo percorso professionale segue i tempi della sua ricerca personale.”
Passeggiando tra le stanze si trovano anche le creazioni a marchio WA, una prima linea presentata a tra il 1973 e il 1974, e poi i capi di Misterfox, la seconda Linea creata nel 1970 con Luciano Papini, specializzata nella confezione di abiti che sfilò a Firenze e a Capri fino alle ultime creazioni anche di alta moda dei primi anni Ottanta. Studiare di nuovo Walter Albini dopo quarant'anni è stata un'opportunità straordinaria, di cui sono grata al Museo del Tessuto – dichiara Enrica Morini, co-curatrice della mostra. È stata l'occasione per capire le complessità di un autentico creatore di moda che ha vissuto l'entusiasmo, le fragilità e le contraddizioni di un sistema che sarebbe diventato il Made in Italy, ma che all'epoca stava nascendo e cercando la propria identità. Le risposte sono venute da un approfondito (e lungo) lavoro di ricerca in cui sono stati coinvolti studiosi di diverse specializzazioni che ringrazio per l'impegno, ma soprattutto per la passione con cui hanno affrontato il lavoro del grande stilista.”
7 novembre 2024
6 novembre 2024